Strategicamente

Di Andrea Margelletti

L’Italia alla guida della punta di lancia Nato

Durante il summit in Galles del 2014 i capi di Stato e di governo dell’Alleanza atlantica hanno lanciato la Very high readiness joint task force (Vjtf), un nuovo strumento messo a disposizione della Nato response force (Nrf). La Vjtf, altresì nota come “punta di lancia”, è una forza combinata di reazione rapida formata da una brigata terrestre multinazionale di circa 5mila soldati ed è supportata da adeguate unità della Marina, dell’Aeronautica e delle forze speciali. L’obiettivo della punta di lancia della Nato è quello di intervenire rapidamente non appena emergono segnali di possibili minacce alla sovranità territoriale di uno Stato membro e di agire, quindi, come deterrente contro una eventuale escalation.

Da gennaio 2018 l’Italia darà il cambio al Regno Unito nella guida della Vjtf con la 132sima Brigata corazzata Ariete. La combat readiness per l’Ariete è stata decretata a seguito dell’esercitazione Brilliant ledger, svoltasi a ottobre e finalizzata a testare la capacità dell’unità terrestre di pianificare, coordinare e condurre operazioni multinazionali complesse. Inoltre, il 187simo Reggimento paracadutisti Folgore è stato designato come prima unità da schierare nel caso in cui la task force venga attivata. L’Italia, con l’assunzione del comando della Very high readiness joint task force, non solo dà prova dell’elevato livello di professionalità e della capacità della Brigata Ariete di guidare un corpo di forze pluriarma alleato, ma dimostra anche il proprio impegno per la frontiera est dell’Alleanza atlantica. Nonostante, infatti, l’Italia sia la portabandiera di quegli Stati affetti dalle minacce provenienti dalla frontiera meridionale, con lo schieramento, quest’anno, di 160 soldati in Lettonia nell’ambito del battaglione multinazionale Nato e il comando della Vjtf attraverso la Brigata Ariete a partire dal 2018, il governo italiano manifesta la propria volontà di abbracciare la strategia a 360 gradi dell’Alleanza atlantica volta a garantire sicurezza e stabilità su tutti i confini della Nato. Inoltre, va sottolineato come, dopo anni di operazioni in scenari fortemente asimmetrici, una grande unità italiana eserciterà un ruolo primario di deterrenza contro un potenziale avversario che pratica la guerra ibrida, ma ha robustissime capacità convenzionali. Perciò, la guida della Vjtf sarà per la Difesa nazionale sarà anche l’occasione per fare il punto sulla futura evoluzione della componente pesante delle forze terrestri destinata a operare in scenari ad alta intensità e complessità.