Barone Rosso

Di Alessandro Politi

Immigrazione: soluzione finale?
Esiste un Paese dove apparentemente le politiche “forti” predicate da xenofobi, razzisti e illusi funzionano. Benvenuti nell’isola di Manus, un ridente luogo nella Papua Nuova Guinea dove è stato allestito uno dei numerosi off-shore detention centres, voluti dal governo laburista di Kevin Rudd nel 2013 in Australia. L’idea di fondo di queste prigioni all’estero (questa in particolare è chiamata la Guantanamo del Pacifico) è che bisogna spaventare i disperati che emigrano verso l’Australia facendo vedere loro che finiranno in un carcere a tempo indeterminato e che, se fanno i bravi, possono stabilirsi nella citata isoletta.
Come nei migliori universi concentrazionari, non importa se si è medici, ingegneri, insegnanti o tessitori, si è un oggetto umano semovente ridotto al minimo denominatore comune. Naturalmente il Paese “ospitante” ha avuto una sostanziosa mancia in termini di aiuti economici (ben 400 milioni di dollari australiani) che però hanno avuto ricadute modeste sulla popolazione locale. Non ci vuol molto da italiani a capire che il grosso dei contratti va a ditte australiane di security e un po’ di briciole alle guardie indigene. Circolarità che si vede nella cooperazione allo sviluppo e non nella migrazione. Ha funzionato? Per ora sì, ma le cifre australiane sono irrisorie rispetto a quelle europee e adesso, a quanto pare, il governo di Canberra paga direttamente i trafficanti di carne umana per non fare i viaggi della disperazione.
Funziona anche con gli immigrati africani che sperano di trovare in Israele la terra promessa e finiscono nei cubi di cemento del centro di detenzione di Holot o, se non accettano di sloggiare in Paesi terzi con $3.500 di bakshish, nella prigione di Saharonim. Sempre che superino la bande di predoni torturatori nel Sinai e la costosa barriera anti-“infiltratori” (pardon migranti) costruita al prezzo di $350 milioni. C’erano stati 10mila arrivi nel 2012, ora quasi nessuno (fonte Washington Post). Funziona forse lì, certo non qui, nemmeno ai tempi del limes romano. La verità è che l’Europa è in deficit demografico, che in Italia facciamo troppi pochi figli, sprezzando nei fatti le famiglie (gabbate dai Family day) e che entro il 2060 il 27% degli abitanti in Italia non sarà Wlac (White latin catholic). Il resto sono truffe elettorali ai danni degli elettori e dei più deboli. Se questo è un uomo.