D1 – Cyber
Kaspersky utilizzata per lo spionaggio
Alcuni hacker russi hanno sfruttato il software di sicurezza della società russa Kaspersky per colpire la National security agency (Nsa) americana. In particolare, sembra che siano riusciti a sottrarre dei dati di un impiegato del Tailored access operations (Tao), ossia del gruppo di hacking d’élite dell’agenzia che si occupa di operazioni offensive. L’intelligence israeliana avrebbe avvisato i colleghi statunitensi dell’accaduto. Gli israeliani sembrano essersene accorti perché, a loro volta, avevano compromesso la rete di Kaspersky tra il 2014 e il 2015. Rimangono molti punti aperti. Soprattutto non è chiaro il ruolo di Kaspersky. Potrebbe aver attuato qualche forma di collusione con gli hacker russi o forse potrebbe esserne stata a sua volta una vittima.
Attacco alla Difesa sudcoreana
Rhee Cheol-hee, membro dell’Assemblea nazionale della Corea del Sud, ha affermato che nel 2016 la Corea del Nord avrebbe sottratto dei piani di guerra dal ministero della Difesa sud coreano tramite un attacco cibernetico. Rhee ritiene che gli hacker di Pyongyang siano riusciti a impadronirsi di 235 giga di dati militari.
Soldati Nato colpiti da hacker russi
Il Wall street journal ha svelato che circa 4mila militari della Nato stanziati in Polonia e nei Paesi baltici sono stati attaccati dalla Russia. Il Cremlino avrebbe dato l’ordine di attuare degli attacchi cyber nei confronti dei cellulari dei soldati dell’Alleanza atlantica. La Russia si sarebbe servita anche di droni per spiare le manovre della Nato.
D2 – NATO
Collaborazione scientifica con l’Algeria
L’Alleanza atlantica svilupperà un progetto di ricerca pluriennale con due Paesi partner, l’Algeria e la Svezia, nell’ambito del programma Scienza per la pace e la sicurezza (Sps) in relazione al contributo dell’Alleanza alla lotta al terrorismo. Il progetto coinvolge l’Università Savoia Mont Blanc (Francia), l’Ecole militaire polytechnique (Algeria) e il Kth Royal Institute of Technology (Svezia) e mira a progettare e sviluppare un terahertz (THz). Si tratta di un sistema di rilevazione e rilevamento che, tra i vari potenziali settori di applicazione, verrà utilizzato per rilevare oggetti pericolosi, come armi o esplosivi nascosti, al fine di proteggere luoghi vulnerabili da minacce terroristiche, come aeroporti, stazioni ferroviarie, infrastrutture critiche ed edifici governativi.
Avvicendamento al Jfc di Napoli
L’ammiraglio statunitense James G. Foggo ha assunto la guida del Joint force command (Jfc) di Napoli, succedendo a Michelle Howard, prima donna promossa al rango di ammiraglio a quattro stelle nella Marina americana. Foggo ha una lunga esperienza di comando della 6a Flotta di Napoli e delle forze marittime locali della Nato e sottomarine, nonché della task force Nato per un’operazione in Libia.
Edizione 2017 del Brilliant Mariner
Ha avuto luogo tra il 29 settembre e il 13 ottobre, nelle acque del Mediterraneo al largo delle coste di Francia, Italia e Spagna, l’esercitazione di tre gruppi aeronavali permanenti della Nato (standing groups) che partecipano quest’anno alla forza di reazione rapida (Nato response force, Nrf) aero-navale francese (FrMarFor). Si tratta di un’esercitazione ospitata da un Paese (la Francia per il 20 novembre 2017 2017) che vede il coinvolgimento di 27 unità navali supportate da aerei da pattugliamento marittimo ed elicotteri, al fine di migliorare l’interoperabilità tra i vari Paesi alleati, ed esercitare il Comando della componente marittima (Maritime component commander, Mcc) la cui responsabilità per il 2018 è in capo alla Francia.
D3 – Sicurezza Europea
Europarlamento, via libera al sistema ingressi/uscite
Sarà attivo dal 2020 un sistema elettronico comune per accelerare i controlli alle frontiere esterne della zona Schengen e registrare tutti i viaggiatori non comunitari. Il nuovo sistema di ingressi/uscite (Entry/exit system, Ees) registrerà e conserverà per un periodo di 3/5 anni diversi dati, come nome, documento di viaggio, impronte digitali, immagine del viso, data e luogo di ingresso e uscita, ed eventuali rifiuti, all’ingresso nell’area Schengen, dei cittadini extracomunitari che attraversano le frontiere esterne della zona Schengen, sia che abbiano richiesto il visto, sia che siano stati esentati dal visto e ammessi per un soggiorno di 90 giorni. L’Ees velocizzerà i passaggi alla frontiera, faciliterà la rilevazione di chi si trattiene più a lungo o circola con identità false e rientra nelle misure di lotta alla migrazione irregolare del pacchetto “Frontiere intelligenti” presentato dalla Commissione nell’aprile del 2016.
Nuove misure contro il terrorismo
Insieme all’undicesima relazione sull’Unione della sicurezza, la Commissione europea ha presentato una serie di misure operative e pratiche per difendere meglio i cittadini dell’Ue contro le minacce terroristiche. Ha inoltre proposto di rafforzare l’Europol per garantire l’azione esterna, e ha raccomandato all’Ue di avviare negoziati con il Canada sulla revisione dell’accordo sul codice di prenotazione. Il piano d’azione a sostegno degli Stati membri per la protezione degli spazi pubblici prevede misure finanziarie e materiale orientativo per migliorare lo scambio di best practices e la cooperazione fra attori locali e settore privato, limitare l’accesso alle sostanze utilizzabili per la fabbricazione di esplosivi artigianali, aiutare le autorità giudiziarie e di contrasto nelle indagini penali in cui si riscontrano informazioni criptate, contrastare il finanziamento del terrorismo.
Primo progetto di difesa cofinanziato Ue
È stato assegnato un cofinanziamento europeo a un progetto di ricerca di difesa a pieno titolo nell’ambito dei Fondi europei strutturali e d’investimento (Esif). Finora, solo i progetti “dual use” con applicazioni civili e militari sono stati in grado di garantirsi i finanziamenti Esif. Il progetto, che mira a sviluppare un simulatore di conflitti informatici, è avviato dal ministero della Difesa croato e sostenuto dall’Agenzia europea per la difesa (Eda), e rappresenta per quest’ultima un punto di riferimento importante in direzione delle opportunità di finanziamento dell’Ue per progetti di ricerca puramente di difesa.
Posizione comune su classificazione delle munizioni
Gli Stati membri dell’Ue hanno adottato una posizione comune sulla classificazione delle munizioni in base al regolamento Reach (Registration, evaluation, authorisation and restriction of chemicals), il sistema integrato europeo di registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche che mira a migliorare la protezione della salute dell’uomo e dell’ambiente dai rischi delle sostanze chimiche. L’accordo è arrivato grazie ai lavori condotti a partire dal 2014 da Eda, esperti Reach, esperti di munizioni a livello tecnico degli Stati membri e un’interazione con la Commissione europea e l’Echa (European chemical agency). Contribuirà a ridurre il rischio di interpretazione erronea del Reach e a sostenere la base europea di difesa tecnologica e industriale (Edtib).