AERONAUTICA
DAL PARLAMENTO
Trattativa tra Alitalia e Eithad: il ministro Lupi risponde alla Camera
Alla Camera, il 5 marzo scorso, il ministro per i Trasporti Maurizio Lupi ha risposto a un’interrogazione, presentata dall’on. Bergamini (FI), in cui si chiedeva quale fosse lo stato di avanzamento delle trattative tra Alitalia e Eithad. Il ministro ha quindi sottolineato che, fino a oggi, i punti di riqualificazione del piano industriale presentato si sono attuati, e i privati hanno sottoscritto l’accordo di programma. Entro il 31 marzo, nelle intenzioni di Eithad e di Alitalia, si concluderà il dialogo tra i due soggetti privati, e quindi si dovrà presentare un piano industriale che dica qual è la prospettiva di sviluppo di questa partnership. Lupi ha assicurato che nessuna risorsa pubblica è stata destinata dallo Stato. In conclusione, l’on. Bergamini ha ricordato come Lufthansa abbia fatto notare che l’alleanza, così com’è disegnata, potrebbe prefigurare un aiuto di Stato mascherato.
Privatizzazione Enav Spa, esame vicino alla conclusione in Parlamento
Concluso alla Camera, è in dirittura di arrivo al Senato, l’esame dello Schema di decreto recante determinazione dei criteri di privatizzazione e delle modalità di alienazione della partecipazione detenuta dal ministero dell’Economia nel capitale di Enav. La commissione Bilancio della Camera ha infatti approvato il 12 marzo un parere favorevole all’atto di governo, formulando tuttavia una serie di rilievi sulle sue conseguenze di carattere finanziario. Si suggerisce che sia esplicitamente previsto che i proventi affluiscano allo stato di previsione dell’entrata, per essere riassegnati al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato, e di provvedere entro breve termine all’adozione di un apposito provvedimento legislativo volto al completamento del processo di pagamento dei debiti commerciali della Pa, proposta che trova l’appoggio del sottosegretario all’Economia Legnini.
AEROSPAZIO
Onfa, la nomina di Tommaso Ferro a presidente all’esame delle Camere
L’Opera nazionale per i figli degli aviatori ha assunto l’attuale denominazione con il regio decreto 21 agosto 1937. La commissione Difesa della Camera, è chiamata a esprimere il parere sulla proposta di nomina del generale di squadra aerea Tommaso Ferro a presidente dell’Onfa, trasmessa dal ministro per i Rapporti con il Parlamento lo scorso 3 febbraio, mentre il Senato si era già espresso favorevolmente lo scorso 12 febbraio. L’Onfa promuove la formazione culturale e professionale degli orfani nell’intento di porre rimedio a situazioni di disagio economico e familiare. L’Opera dispone di organi direttivi (il consiglio di amministrazione, il presidente nazionale e il collegio dei revisori) i cui componenti prestano la propria attività a titolo gratuito e restano in carica tre anni, con possibilità di riconferma per un ulteriore triennio. Il generale Tommaso Ferro, è chiamato a ricoprire la carica di presidente dell’Onfa per la prima volta, dopo due mandati esercitati dal generale Piergiorgio Crucioli. Considerati i precedenti di carriera del generale Tommaso Ferro, la Commissione ha proposto di esprimere parere favorevole.
DIFESA
DAL PARLAMENTO
Via libera alla proroga delle missioni internazionali delle Forze armate
Il governo ha ottenuto la fiducia sul disegno di legge recante la proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione. Per quanto riguarda le misure di cooperazione allo sviluppo e di sostegno ai processi di ricostruzione e di pace, la spesa complessiva ammonta a poco più di 79 milioni di euro. Con riferimento all’Afghanistan, i finanziamenti sono volti a dare seguito agli impegni assunti dall’Italia per il rafforzamento dello stato di diritto, le infrastrutture, lo sviluppo rurale. L’intervento in Iraq si concentra invece in azioni di supporto alle autorità locali per la valorizzazione del patrimonio culturale e nei settori agricolo, sanitario, finanziario e fiscale. In Siria le attività di cooperazione saranno indirizzate a sostenere le popolazioni in fuga dal conflitto e coinvolgeranno inevitabilmente anche i Paesi limitrofi. Particolarmente vivace in Senato la discussione delle proposte di modifica del sen. Minzolini (FI-PdL), che prevedevano la sospensione della partecipazione italiana alle missioni antipirateria fino alla definizione del contenzioso riguardante la vicenda dei marò, poi ritirati dal senatore. Il ministro per gli Affari esteri Mogherini ha convenuto sull’opportunità di varare una legge quadro, di approvare la legge sulla cooperazione, di valutare le priorità strategiche del Paese. Non ha poi escluso la possibilità di distinguere missioni militari e interventi civili, pur ritenendo che essi siano intrecciati.
Servitù militari: prosegue l’indagine conoscitiva alla Camera
La commissione Difesa della Camera aveva deliberato a fine novembre 2013, una nuova indagine conoscitiva in materia di servitù militari. Secondo il programma approvato in commissione, l’indagine è finalizzata a una ricognizione sull’attuale normativa vigente che negli anni ha fatto emergere importanti dubbi interpretativi inconciliabili con gli interessi alla corretta gestione del territorio e all’esigenza di assicurare capacità addestrativa alle Forze armate. Il presidente Elio Vito ha sottolineato l’importanza della nuova indagine, frutto di un’iniziativa inizialmente assunta dal collega Salvatore Cicu, capogruppo di FI-PdL in Commissione ed esperto della materia, e fortemente condivisa anche da Gian Piero Scanu, capogruppo PD. Durante il ciclo di audizioni finora svolto, la commissione ha avuto l’opportunità di ascoltare il sindaco del comune di La Maddalena, Angelo Comiti, il sindaco del comune di Villaputzu Fernando Luigi Codonesu, il sindaco del comune di Perdasdefogu Mariano Carta, il sindaco del comune di Ulassai Franco Cugusi, e il sindaco del comune di Villagrande Strisaili Giuseppe Loi. Infine, è stato comunicato che verrà convocata una Conferenza nazionale nel prossimo mese di giugno.
Iniziato l’iter del DdL per la cooperazione internazionale allo sviluppo
Presso la commissione Affari esteri del Senato è iniziato l’esame dei disegni di legge sulla riforma della disciplina legislativa sulla cooperazione internazionale allo sviluppo. Il provvedimento è di iniziativa di Lucio Romano (ScpI), ed era stato presentato nell’aprile dell’anno scorso. Durante la seduta del 6 marzo, il relatore sen. Tonini (Pd) ha fatto notare come la relazione tra i Paesi donatori e i Paesi che ricevono gli aiuti sia profondamente cambiata e si configuri attualmente come un vero e proprio partenariato per lo sviluppo, in cui la di- mensione propriamente economica è sempre più marcata. L’esigenza è anche quella di garantire una maggiore efficienza nell’utilizzo di risorse destinate alla cooperazione, che sono molto scarse e ben lontane dagli impegni che l’Italia ha assunto in sede internazionale.
Primo intervento in Parlamento per il ministro Pinotti
Il ministro della Difesa del governo Renzi, Roberta Pinotti, ha esposto le linee programmatiche del proprio dicastero di fronte al Parlamento il 12 marzo 2014. Il ministro ha aperto il suo intervento con la crisi in Ucraina, per poi concentrarsi sulle missioni internazionali che vedono impegnati i nostri militari, come Libia, Libano, Somalia e Afghanistan. Il ministro ha poi approfondito il tema dell’Europa, per il quale intende predisporre un piano d’azione fatto di pochi ma tangibili obiettivi, e il tema della spending review. Con riguardo al taglio del personale militare infatti, entro il 2016 dovrà essere ridotto da 190mila a 170mila unità, mentre per il personale civile, da 30.381 a 27.894 unità. Infine, lo strumento da utilizzare per apportare una necessaria sintesi politica che fornisca le linee-guida per pianificare nel medio e lungo termine le nostre capacità di difesa, è rappresentato dalla predisposizione di un Libro bianco sulla sicurezza internazionale e la difesa, progetto che il ministro si impegna a portare a termine.
Risposta del ministero della Difesa sugli F-35 e le navi classe Wasp
Pervenuta alla Camera la risposta dal ministero della Difesa sulle fasi di decollo corto e verticale del velivolo F-35 da bordo delle navi classe Wasp. Nell’interrogazione erano state riportate alcune dichiarazioni del Chief of naval operations della marina statunitense, ammiraglio Jonathan Greenert, secondo il quale per consentire le operazioni della versione a decollo corto e verticale del velivolo F-35 da bordo delle navi classe Wasp saranno necessarie estese modifiche alle navi stesse, che interessano sia la loro struttura sia lo spostamento di numerosi apparati elettronici e di sistemi d’arma. Nella risposta, a firma dell’ex ministro Mauro, si specifica come le diverse criticità strutturali delle unità classe Wasp indicate dall’ammiraglio statunitense, erano già note e non si possono ascrivere anche alla nave Cavour. La progettazione delle otto unità della classe Wasp è avvenuta negli anni 80, con dieci anni di anticipo rispetto alla Cavour. Sulla Cavour, quindi, è stato possibile impiegare tecnologie e materiali evidentemente più avanzati rispetto a quelli disponibili ai tempi della Wasp, quali ad esempio le nuove leghe d’acciaio, decisamente più idonee a tollerare le sollecitazioni di temperatura e pressione generate dal velivolo F-35. Ciò premesso, l’ex ministro ha rilevato che, in previsione dell’entrata in servizio dell’F-35, sono stati avviati nel 2009 specifici studi che hanno coinvolto un team costituito da personale della Marina militare, del governo statunitense e delle ditte Lockheed Martin e Fincantieri. L’esito di tali studi non ha fatto emergere la necessità di interventi strutturali sulla nave né opere di rinforzo del ponte di volo.
CYBERSECURITY
DAL GOVERNO
Gli obiettivi strategici e operativi della cybersecurity italiana
Sono stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale i due provvedimenti varati con il Dpcm del 24 gennaio 2014 ed elaborati dal Cisr (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica), per difendere le comunicazioni e infrastrutture italiane dagli attacchi di hacker, dalle intrusioni dei servizi segreti di altri Stati, dallo spionaggio industriale, dai Datagate e da ogni tipo di minaccia per mezzo di computer. Si tratta del “Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico” e del “Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica”. Il primo documento descrive le principali minacce informatiche per i sistemi e le reti di interesse nazionale: elaborato dal Tavolo tecnico cyber (Ttc) – che opera presso il Dis e al quale partecipano i rappresentanti cyber del Cisr (Affari esteri, Interno, Difesa, Giustizia, Economia e Finanze, Sviluppo economico), dell’Agenzia per l’Italia digitale e del Nucleo per la sicurezza cibernetica nazionale. Il secondo individua le priorità, gli obiettivi e le linee d’azione per dare concreta attuazione al Quadro strategico. Una delle novità del Piano comporta che i soggetti economici di interesse nazionale, pubblici o privati, da Telecom a Autostrade per l’Italia, da Snam a Enel e Terna, dai ministeri ed enti locali, alle agenzie e tutti gli operatori di telefonia mobile e fissa, hanno l’obbligo di informare il Cert nazionale (Computer emergency response team), la più “operativa” tra le strutture previste dal Piano, di ogni violazione informatica. Nel caso di minaccia nazionale, il protocollo prevede che si attivi il Nucleo di pronto intervento alle dipendenze del premier, di cui fanno parte, tra gli altri, il consigliere militare e delegato della Protezione civile.