I numeri del Pentagono per le cyber-ops
L’ennesimo “colpo grosso” da parte di hacker non ancora identificati, ma indirettamente collegati al governo russo, ha colpito e messo fuori uso il sito web istituzionale dell’US Army. Obama (in trasferta per il G7) ha reagito chiedendo al Congresso americano di inasprire le pene per chi compie attacchi informatici prevedendo anche il congelamento dei beni economici e finanziari. Tuttavia, per stessa ammissione del presidente americano, sono ancora molte le debolezze presenti nei sistemi informatici pubblici e privati che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza e il benessere degli Stati Uniti. Anche per questi ultimi eventi, la Casa Bianca ha deciso di inserire nel prossimo budget federale (il FY 2016) una spesa per la cyber-security incrementata del 10% rispetto all’anno in corso. In particolare, secondo le stime fatte dall’analisi del prossimo budget che dovrà essere approvato dal Congresso, il bilancio federale del 2016 prevede lo stanziamento di circa 15 miliardi di dollari per la cyber-security. Inoltre, complessivamente la spesa prevista per il 2015 per il solo Dipartimento della Difesa (DoD) in materia cyber si assesta a circa 5,5 miliardi di dollari. Il solo Cyber Command prevede un incremento del 7% della spesa relativa alla messa in sicurezza della rete informatica del DoD. Infine, per il 2016 l’obiettivo principale rimane l’arruolamento di 6mila esperti informatici in dotazione al Pentagono per condurre le cyber-ops, ovvero le operazioni militari nel dominio cibernetico.
Tutti questi numeri devono essere sommati ed integrati alla recente Cyber strategy (pubblicata lo scorso aprile dal Dipartimento della Difesa statunitense) la quale, tra gli obiettivi strategici, mira anche a mettere a regime la Cyber Mission Force che sarà composta proprio da 6200 operatori divisi in 113 unità.