Cybernetics

Di Luigi Martino

Smartphone sotto attacco
I servizi di intelligence sudcoreani hanno accusato la Corea del Nord di aver hackerato, nel mese di febbraio, gli smartphone dei maggiori responsabili governativi e istituzionali di Seul.

In particolare, si legge nell’ultimo report del National intelligence service, Pyongyang avrebbe utilizzato messaggi di testo per installare sugli smartphone un malware in grado di intercettare non solo le telefonate, ma anche i servizi di messaggistica sms, oltre ai classici attacchi (stile cybercrime) condotti contro i servizi di Internet banking.

Lo stesso report dell’intelligence sudcoreana esorta, i responsabili governativi e istituzionali, a mantenere un elevato livello di vigilanza anche attraverso contromisure tecnologiche che garantiscano un adeguato standard di sicurezza delle telefonate.

Le cyber capabilities della Corea del Nord sono ben note, sin da quando anche gli Stati Uniti hanno accusato il regime di Pyongyang di essere l’artefice dell’attacco subito dalla Sony Pictures e costato, alla casa produttrice hollywoodiana, vari milioni di dollari.

Ma la capacità di intercettare le comunicazioni telefoniche mobili anche attraverso attacchi cyber è d’altronde noto sin dal 2010 quando, un gruppo di ricercatori tedeschi, sfruttando le vulnerabilità presenti nello standard Signalling System 7 (utilizzato dagli operatori per instradare le telefonate), hanno dimostrato come con un semplice dispositivo informatico sia possibile intercettare qualsiasi telefonata o messaggio inviato.

Allo stesso tempo, gli ultimi eventi (che vanno dai dettagli rivelati da Snowden sulle intercettazioni nei confronti del governo Berlusconi, le dimostrazioni dei ricercatori tedeschi e l’allarme lanciato dai servizi sudcoreani) dimostrano come gli smartphone, se utilizzati con disinvoltura, sono un vero e proprio “libro aperto” che possono arrivare a compromettere la sicurezza nazionale ed economica di un Paese.

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