Cybernetics

Di Luigi Martino

Cyber-security in the sky

Anche le compagnie aeree hanno scoperto l’importanza della cyber-security. La sensibilità di rendere sicura l’infrastruttura informatica dei velivoli è andata crescendo in modo proporzionato con lo sviluppo della domotica applicata al settore aereo. In particolare, a spingere il 91% delle compagnie aeree a investire in cyber-security nei prossimi tre anni non è stato solamente il fatto che abbiamo assistito negli ultimi tempi a varie dimostrazioni (per fortuna innocue) di capacità di hackerare i velivoli, ma soprattutto l’elevata introduzione nei voli (a medio e lungo raggio) di servizi ai passeggeri che intendono rimanere connessi con il mondo. È quanto emerge dall’Airline IT Trends Survey 2016, indagine sulle tendenze di investimento condotta tra 200 delle principali compagnie aeree del mondo condotta da Sita. Il report sottolinea come, di pari passo allo sviluppo e all’introduzione negli aerei civili di servizi basati sull’Internet of things, ci sia stata un maggiore consapevolezza dei rischi cyber da parte delle compagnie aeree. A tal proposito, Dave Bakker, Presidente di Sita Europa ha dichiarato: “Le compagnie aeree stanno investendo in un settore che rende il viaggio aereo sempre più connesso, a beneficio dei passeggeri e degli operatori.

Ad attrarre gli investimenti per la ricerca nel settore sono nuove priorità: quest’anno sotto la luce dei riflettori ci sono le soluzioni di cyber-security e di Electronic flight bag, portafoglio digitale di servizi e documenti necessari ai piloti per le operazioni”. In particolare, sempre nel report Sita, si legge come “fornire servizi ai passeggeri attraverso i loro smartphone resta un elemento-chiave per le compagnie aeree: il 79% ha in programma importanti investimenti nei prossimi tre anni; un ulteriore 17% sta pianificando programmi pilota e iniziative di ricerca e sviluppo in quest’area. Vedranno un incremento significativo anche i servizi offerti sul tablet, oggi allo studio del 71% delle compagnie, in crescita rispetto al 63% del 2015”. Rimane sempre il dubbio se la cyber-security sarà limitata ai nuovi servizi o, viceversa, se sarà onnicomprensiva, prendendo in considerazione tutta l’infrastruttura, hard-ware e software dei velivoli. Nel dubbio è sempre meglio “spegnere i propri dispositivi in fase di decollo e di atterraggio”… o al più posizionarli sulla “modalità aereo”.

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