RISO E IDROVOLANTI
«Ingegner Castoldi …», disse schiarendosi la voce.
«Ingegnere …», ripeté, quasi sperando di non avere alcuna risposta. Come tutti, odiava dover chiedere chiarimenti al direttore tecnico, nel quale l’enorme talento naturale aerodinamico conviveva con l’altrettanto scarsa propensione ai rapporti umani. Soprattutto con le donne, si mormorava negli uffici. Ma anche con gli uomini non scherzava. Ne sapeva qualcosa l’ingegner Giulio Macchi, che ai tempi della Coppa Schneider aveva ingaggiato con lui un braccio di ferro per questioni di denaro. Per comporre lo scontro era dovuto intervenire lo stesso ministro Balbo.
Proprio questo rendeva difficile chiarire con lui eventuali dubbi riguardo i suoi progetti, chiedere spiegazioni sui profili tracciati con l’arcano metodo degli archi di cerchio raccordati o discutere dell’efficienza delle eliche controrotanti. Castoldi era irascibile, intrattabile e inavvicinabile.
Almeno a stomaco vuoto. Perché, per fortuna, all’ingegnere piaceva mangiare e bere. Com’era del resto evidente alla prima occhiata, il fisico di Castoldi ricordava più le linee panciute degli idrovolanti da trasporto che non le forme nervose degli idrocorsa di cui era maestro riconosciuto. Il suo passatempo preferito era la coltivazione del riso.
Dopo aver mangiato, si ritirava nel proprio ufficio e chiudeva gli occhi per un breve riposo seduto alla grande scrivania in legno. Quello era il momento buono, l’unico nel quale era possibile avvicinarlo per porgli qualche rispettosa domanda con qualche probabilità di avere risposta. Bisognava entrare piano piano, in punta dei piedi, e parlare lentamente. Poi, con un pizzico di fortuna, l’ingegnere rispondeva.
Ma non quel giorno. Un bicchiere di troppo? Due forchettate in più di risotto? Quale che fosse il motivo, Castoldi taceva. Meglio non sfidare la sorte e rischiare di svegliarlo, pensò, iniziando quasi senza accorgersene a indietreggiare con passi piccoli e cauti.
Era quasi arrivato alla porta quando una voce assonnata lo frenò. «Avanti, mi dica. Cosa non ha capito questa volta?».
Ingredienti (per 6 persone)
500 gr di riso
mezza cipolla
80 gr di burro
un cucchiaio abbondante di midollo di bue
un cucchiaino di zafferano
brodo
sale, pepe
Preparazione
Soffriggere assieme metà del burro, il midollo e la cipolla senza farla dorare. Aggiungere il riso, mescolare e far insaporire. Bagnare con un paio di mestoli di brodo e far prendere il bollore. A metà cottura aggiungere lo zafferano. Portare a cottura il riso su fuoco vivace aggiungendo continuamente brodo e senza mai farlo asciugare troppo. Infine condire con il restante burro, sale e pepe e parmigiano a piacere. Servire subito.