Venga a prendere un caffè da noi
«Vieni via, Bergonzi! Ti faccio provare un caffè come non l’hai mai bevuto.» Il tenente alzò lo sguardo dalle scartoffie infinite che l’Esercito insisteva a fargli compilare anche in quel pomeriggio invernale. Capelli in disordine, sguardo saettante, baffi incolti, pizzetto. «Keller! Ma dove vuoi andare in una giornata così? Se proprio vuoi un caffé, te lo faccio preparare dal mio attendente.» «Stai forse mettendo in dubbio la mia capacità di trovare il nuovo campo al Piano delle Vezzarde, solo perché c’è un metro di neve? O sei solo pigro? Forza! Metti la combinazione di volo e andiamo.»
«Ma perché non riesco mai a dirgli di no?», rifletté triste Bergonzi mentre il biplano decollava da Tombetta puntando verso Sant’Anna d’Alfaedo. «Per fortuna sono poco più di 30 chilometri. Anche con questa carretta tra una ventina di minuti dovrebbe essere tutto finito.» La Lessinia sfilava via veloce, e all’orizzonte sembrava di vedere Trento. «La prenderemo mai? Quanti anni dovremo passare qui prima di strapparla agli austriaci?»
Un gesto imperioso di Keller lo strappò da quei pensieri. Sotto di loro, da qualche parte in mezzo alla neve, c’era qualcosa che voleva mostrargli. «Atterrare lì? Ma allora sei ancora più matto di quanto pensassi!» Purtroppo o per fortuna, il vento e il rombo del motore si portarono via le parole urlate a squarciagola. Intanto, compiuto un breve giro per orizzontarsi e valutare il vento dal fumo di una casa sperduta, Keller aveva iniziato la manovra d’atterraggio.
Allineato il muso e ridotto il motore, puntò dritto verso l’orlo di un burrone. «Questa volta è troppo persino per lui…». Ma invece dello schianto, Bergonzi sentì il Saml posarsi dolcemente sul manto nevoso.
«Smetti di tremare, uomo di poca fede! In quella casetta laggiù fanno il miglior caffé d’Italia!» In un attimo era già scomparso. «Giuditta! Giuditta! C’è già dell’acqua sul fuoco? Le ho portato un nuovo cliente. Sono sicuro che dopo aver assaggiato il suo caffè dimenticherà lo spavento che gli ho fatto prendere atterrando quassù…»
INGREDIENTI(una tazza)
60 chicchi di caffé
vino Valpolicella
acqua
zucchero e miele
PREPARAZIONE
Pestare i chicchi nel mortaio. Mettere la polvere in un bricco su un fornello. Dopo alcuni minuti, coprire con acqua e vino in proporzione 4:1. Assorbito il liquido, aggiungere un bicchiere di acqua bollente. Proseguire l’ebollizione per circa 20 minuti. Filtrare con un colino. Addolcire con zucchero e miele.