L’Inda accelera la sua corsa allo spazio
L’Indian space research organization (Isro) da tempo si è collocata tra le agenzie spaziali delle nuove potenze come un punto di riferimento importante, capace di sviluppare vettori potenti e di qualità, satelliti e sonde che competono con i migliori prodotti occidentali in ambito tecnologico e si caratterizzano per i costi ridotti. Basti ricordare due esempi: il satellite scientifico italiano AGILE, lanciato anni fa con successo e soddisfazione degli scienziati, a bordo di un vettore indiano; recentemente, un altro successo di un lancio verso Marte di una sonda automatica, a basso costo ma con strumenti capaci di fornire informazioni preziose sul Pianeta rosso. È in questa logica che il 23 maggio, dallo Satish Dhawan space center (Sdsc), a Sriharikota, nello Stato di Andrha Pradesh, è stata lanciata con successo la navetta RLV-TD (Reusable Launch Vehicle-Technology Demonstrator) uno Space shuttle nazionale, in scala uno a cinque rispetto a quella prevista con equipaggio a bordo. Il modello, lungo 6,65 metri con 3,6 metri di apertura alare è un “dimostratore, opera in regime ipersonico e ha raggiunto in due fasi la quota prevista prima di ammarare nel golfo del Bengala”.
In questa missione, RLV-TD era montato sul vettore a combustibile solido HS9, alto 10,5 metri, che ha funzionato per 91,1 secondi; susseguentemente, per 20 secondi, razzo e navetta sono ascesi a circa 56 chilometri di quota dove è avvenuta la separazione tra i due permettendo alla navetta di salire sino a 64,8 chilometri. Da qui lo Shuttle ha iniziato la sua traiettoria di rientro nell’atmosfera a Mach 5; il Navigation, Guidance and Control System del velivolo ha permesso di effettuare una discesa controllata. Lo scudo termico di protezione ha funzionato perfettamente e RLV-TD si è inabissato nella zona prevista, a 412 chilometri dalla base di lancio. L’intera missione, la cui durata complessiva è stata di 770 secondi, è stata controllata dalla stazione di terra a Sriharikota e da un terminale a bordo di una nave ormeggiata vicino il luogo di ammaraggio. Il successo dell’iniziativa ha un valore particolare perché l’intero progetto è homemade e certifica il livello elevatissimo delle competenze raggiunte dall’India nel settore. Sono previsti almeno altri due lanci di prototipi per completare tutti i test e un primo volo con equipaggio entro il 2030. Questo proietta il Paese come competitor numero uno nell’offerta di trasporto spaziale umano dopo la chiusura del programma statunitense degli Shuttle. Il tutto si inserisce in una situazione di mercato particolarmente agitata e competitiva, anche alla luce dell’esplosione esponenziale della richiesta di lanci di mini e microsatelliti. Sarà interessante vedere come l’Europa si attrezzerà per difendere le posizioni raggiunte e, magari, ampliare il proprio peso; il confronto sarà duro e senza sconti per nessuno.