, Columnist

Pizza napoletana batte spazio 1-0

Le attività spaziali con oltre 5mila addetti e su temi che sono punte di eccellenza internazionali necessiterebbero attenzione politica per renderle ancora più competitive in un mercato che vede crescere competitor sempre più qualificati e aggressivi. Da molti anni, ormai, si cerca una soluzione per una realtà essenzialmente incentrata sulla sola Agenzia spaziale. A ogni cambio di governo piovono proposte di legge per razionalizzare la situazione rendendola adatta alle nuove sfide. Così è stato anche per l’attuale legislatura con tre proposte (Fi, Pd, Misto) confluite in un unico testo bipartisan Politiche spaziali e aerospaziali. In discussione al Senato, alla commissione Attività produttive in sede referente, il testo si compone di quattro articoli. Le competenze politiche sono trasferite alla presidenza del Consiglio che istituisce un comitato che, a sua volta, riunisce i ministeri interessati alle tematiche spaziali; un coordinamento stretto tra i vari attori nazionali è difatti fondamentale e non più delegabile a una sola amministrazione. Il comitato ha competenze molto ampie tra cui l’indirizzo per la definizione di accordi internazionali, l’approvazione del Documento di visione strategica per lo spazio e la definizione delle linee prioritarie per la partecipazione alle attività dell’Esa. Il ruolo dell’Asi è rimodulato riconoscendo le competenze tecniche senza più compiti politici. Tra meno di due mesi l’Italia dovrà partecipare alla consueta riunione ministeriale dei Paesi aderenti all’Esa e decidere come e in che misura impegnarsi nei programmi futuri tentando di salvaguardare gli interessi dell’industria nazionale e della ricerca. Il nuovo assetto, se già operativo, avrebbe potuto ridare nuova forza e credibilità all’immagine di un Paese che contribuisce all’Esa senza avere il ruolo decisionale che gli competerebbe. Però, a poche settimane dalla riapertura, il Senato stenta a ripartire sul tema mentre è invece affrontata con la dovuta attenzione e priorità la proposta di legge per la qualifica della professione di pizzaiolo accompagnata dall’audizione di rappresentanti delle associazioni di settore. Lo spazio può aspettare… A quando la discussione sui suonatori di mandolino?