, Columnist

Un gonfiabile per la prossima Iss?
Una struttura gonfiabile nello spazio, usata come stazione spaziale, e la produzione di gravità artificiale sembrerebbe un gioco da cartoni animati, tipo Jeeg Robot. Ma c’è chi ci crede: innanzitutto il materiale di base deve essere il Vectran, simile al Kevlar, molto leggero ma cinque volte più resistente dell’alluminio; con due ulteriori vantaggi, costi e complessità realizzativa ridotti. Bigelow Aerospace sta già testando nella Iss una struttura di questo tipo, inflatable habitat, di dimensioni ridotte e mira alla realizzazione di sistemi più grandi operativi nel prossimo futuro.
L’esperienza di ormai 50 anni di voli umani nello spazio ha evidenziato chiaramente quali siano i problemi che il corpo affronta in assenza di peso; meno noti sono gli effetti sugli astronauti a lungo termine. Di conseguenza, l’idea aggiuntiva per la struttura gonfiabile è quella di generare un minimo di gravità artificiale; a oggi non si sa ancora quale sia precisamente il limite inferiore necessario a prevenire effetti negativi a lungo termine sull’individuo. D’altra parte, l’obiettivo Luna con una base permanente è ciò verso cui tutte le agenzie internazionali stanno tendendo per varie ragioni. Si può allora considerare che un valore ragionevole possa essere quello della gravità lunare, sei volte inferiore a quella terrestre.Come è ben noto, facendo ruotare un corpo che galleggia nel vuoto si genera una gravità.
È chiaro, però, che una struttura gonfiabile che ruota su se stessa presenterebbe evidenti problemi di stabilità. La soluzione considerata è semplice: al suo interno è montato uno “scheletro” metallico di sostegno sul quale aderisce la copertura di Vectran come una pelle. Operativamente una volta gonfiata “la bolla” nello spazio, poi dall’interno si assembla la struttura metallica. Le attuali conoscenze sui problemi di disorientamento sul corpo umano provocato da una continua rotazione indicano velocità sotto i 3 giri-minuto. Tutti questi vincoli portano a suggerire una struttura cilindrica di 35 metri di diametro e un corridoio centrale di 20. Associati un modulo di propulsione e una cupola docking-module per garantire l’atmosfera di pressurizzazione e un fattore 2 di sicurezza, la struttura gonfiabile dovrebbe pesare circa 40 tonnellate, ben al di sotto del limite massimo di 53 tonnellate di capacità dello SpaceX Heavy Launcher. Seguiranno da lanciare e assemblare circa 300 tonnellate per completare la parte restante della stazione. Gli ideatori della “bolla galleggiante” stimano un costo complessivo totale tra i 5 e i 10 miliardi di dollari (un decimo della Iss) e assicurano che potrebbe servire sino a 50 residenti per periodi anche molto lunghi. Sogno tecnologico? Realtà di un domani prossimo? Staremo a vedere.