A Lima un’occasione per Cosmo-SkyMed
Dal 1° al 12 dicembre si è tenuta la conferenza mondiale Onu sul clima: i delegati di 190 Paesi hanno discusso dello stato del pianeta per arrivare a posizioni condivise sulle iniziative da assumere per mitigare i cambiamenti climatici. L’incontro doveva definire le mosse per giungere alla ratifica del prossimo accordo del 2015 a Parigi quando ogni nazione si assumerà le proprie responsabilità per contribuire al controllo globale dei gas serra. Ma così non è stato, come è spesso accaduto in passato, gli egoismi nazionali hanno prevalso per cui, in definitiva, si è deciso di non decidere. Tutte le delegazioni hanno confermato l’interesse e la necessità di arrivare al traguardo del 2015 con le idee chiare e, formalmente, pronte a siglare l’accordo del secolo. Ma per ora ci si limiterà a riunioni tecniche per meglio affinare il quadro di riferimento legale che dovrà sostenere l’accordo. Di fatto una mezza sconfitta. Questa situazione di stallo implica che l’osservazione della Terra dallo spazio sarà sempre più strategica per ogni Paese, nessun governo potrà trascurare un serio controllo del territorio se si vorranno evitare catastrofi, danni ambientali e perdite di vite umane. Da qui l’importanza che va portata a sistemi globali come il nostro Cosmo-SkyMed: un gioiello invidiato da tutti i nostri competitori, fiore all’occhiello della tecnologia italiana, la cui seconda generazione è già in fase C ma che stenta ad arrivare in porto per serie difficoltà di finanziamento. Il governo ha sempre sostenuto l’importanza del settore spaziale ma alle affermazioni non hanno seguito fatti adeguati. Lo stato della nostra economia di certo non aiuta, così come l’accavallarsi quotidiano di problemi istituzionali e di scandali dovuti a una corruzione ormai endemica; è comprensibile quindi un calo di attenzione a fronte di problemi quotidiani più urgenti. La situazione sconta anche l’oggettiva debolezza politica e contrattuale di quanti, a livello istituzionale, hanno il compito di sostenere il settore. Invece andrebbe dato loro il massimo sostegno riconoscendone gli sforzi e, soprattutto, avendo coscienza dell’interesse intrinseco a sostenere e sviluppare un settore con così alto valore aggiunto. Proprio l’incapacità politica internazionale di affrontare i cambiamenti climatici rappresenta un’occasione formidabile per l’industria nazionale. Sostenere le attività di Earth observation, oggi come non mai, presenta vantaggi fondamentali: in primis mantenere e rafforzare la capacità tecnologica di avanguardia internazionalmente riconosciuta all’Italia. Peraltro, il controllo e la salvaguardia del territorio contribuiranno alla lotta contro i cambiamenti climatici in maniera concreta e non a parole. Cerchiamo di non perdere anche questa occasione!