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Addio al papà del Jumbo

Joe Sutter, ingegnere, progettò  il Boeing 747
Joe Sutter, ingegnere, progettò il Boeing 747

Jumbo, come l’elefante dalle grandi orecchie di P.T. Barnum mostrato sotto i tendoni del circo nel 1882. È il Boeing 747, il gigantesco Jumbo Jet in giro per i cieli da più di quarant’anni, un aereo mitico che ha segnato la storia dell’aviazione. Mentre alla Boeing si decidono le sorti della sua produzione, lo scorso 30 agosto si è spento il papà del Jumbo Jet. Joe Sutter era infatti a capo del team di ingegneri che ha sviluppato il Boeing 747 a metà degli anni Sessanta. Sutter è nato a Seattle nel marzo 1921; nel 1940 ha fatto il suo ingresso alla Boeing grazie a un lavoretto estivo come meccanico a 62,5 centesimi l’ora, mentre studiava ingegneria aeronautica all’università. Dopo il servizio in Marina durante la Seconda guerra mondiale, nel 1946 si unì alla Boeing lavorando al suo primo jet civile, il 707, lo standard dei wide-body degli anni Sessanta. Sua è anche la paternità tecnica del primo aereo a corto raggio, il 727. Ma è al Jumbo, a cui aveva cominciato a pensare nel 1965, che il nome di Joe Sutter sarà legato per sempre. Sutter e il suo team erano conosciuti come “Gli incredibili” per la produzione del più grande aereo del mondo in soli 29 mesi. Il 747 ha inaugurato l’era dei viaggi a lungo raggio con il primo volo nel 1969, prima di fare il suo debutto commerciale nel 1970 con Pan Am, garantendo alla Boeing la supremazia nell’aviazione commerciale. Ha perso il suo status di “aereo più grande” per capacità passeggeri soltanto nel 2005 con il lancio dell’A380. Sebbene sia andato in pensione nel 1986, dopo quattro decenni alla Boeing, Sutter ha mantenuto un ufficio presso la sede commerciale che ha usato regolarmente come consulente. Accanto a Neil Armstrong e Sally Ride, partecipò alla Commissione presidenziale Rogers, che ha indagato sulle cause del disastro dello Space Shuttle Challenger, in cui persero la vita sette astronauti. Nella sua autobiografia, Sutter ha ricordato come le sue osservazioni circa la cultura della sicurezza della Nasa, secondo lui carente in confronto al mondo dell’aviazione commerciale, furono obiettate dalla prima astronauta americana. In un’intervista rilasciata alla rivista Air&Space nel 2007, Sutter rifletteva con orgoglio sulle caratteristiche di sicurezza che la sua squadra aveva incorporato nel 747, riconoscendo che erano spesso ridondanti. E ora che il suo papà non c’è più, anche il Jumbo Jet si prepara all’uscita “dai cieli”.