Quando l’arte incontra il volo

È ancora vivido il ricordo del primo volo su Roma a soli quattro anni con il papà, pilota di Alitalia. Simone Maron, oggi pilota e istruttore di volo, racconta così l’inizio di tutto: “Mio padre mi ha sempre trasmesso questa passione portandomi con lui in tanti voli di linea, rendendomi partecipe delle fasi del volo. Mi spiegava con cura tutte le varie procedure, e io rimanevo sempre lì ad ascoltarlo, e quando il volo finiva, rimanevo con gli occhi rivolti verso il cielo”. La passione per il volo non si esaurisce in cielo per Simone, che cinque anni fa ha dato vita ad ArtAir: “Mi accorsi come un semplice cilindro aeronautico costituiva una forma d’arte. Anche il resto delle costruzioni aeronautiche, per quanto esse possano essere semplici, sono delle piccole opere. Non riuscivo ad accettare il fatto che un aeroplano dismesso, anche una sua piccola parte, potesse essere distrutto, così ho deciso di valorizzare queste strutture, dando loro una nuova vita”. Ha deciso dunque di recuperare i vecchi pezzi di aeroplani e di restaurarli: dal cilindro aeronautico che diventa un lampadario al piccolo pezzo di ala lavorato che si trasforma in un tavolino da ufficio. Ma il connubio tra fantasia e volo prosegue: lo scorso luglio il nostro istruttore di volo è finito sui giornali per un improvviso guasto aereo. Ma niente panico, si trattava della sua proposta di matrimonio! “Ho preso spunto da situazioni avvenute in altri Paesi soprattutto in America, la mia è stata molto originale, perché integrata con una vera e propria emergenza. Ovviamente si trattava di una simulazione, ma la futura sposa non potava saperlo. Dopo aver letto la scritta ‘Vuoi sposarmi’, è scoppiata in un bagno di lacrime, ma non ho ancora capito se il pianto era per la felicità o perché aveva capito che l’emergenza era finta”. Va da sé che per il matrimonio il tema sia scontato: dai biglietti di invito alle corografie, tutto dovrà ricordare il volo, anche un semplice confetto, “e chissà che qualche aeroplano non venga a salutarci con qualche fumogeno bianco”. Per il futuro. il sogno nel cassetto è ampliare la sua scuola di volo, inserendo nuovi aeroplani e nuovi corsi. Eppure, “il sogno non deve essere un qualcosa di non realizzabile, piuttosto qualcosa che possa creare io stesso, con la buona volontà, capacità e l’aiuto di tutti. Ho deciso quindi di non avere cassetti, ma solo mensole, così i sogni li tengo a vista”