Il personaggio

Di Francesco De Palo

Una Lancia Flaminia per due

“Un vero viaggio di scoperta – ha scritto Marcel Proust – non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi”. Quelli di milioni di italiani che lo scorso 2 giugno hanno visto salire sulla Lancia Flaminia presidenziale, accanto al capo dello Stato, la ministra della Difesa Roberta Pinotti. Un’innovazione socio-politica essenziale in un Paese che tenta di mettersi alla pari con le altre cancellerie e che in verità, proprio in occasione del nuovo esecutivo molto “rosa”, ha compiuto non pochi passi avanti. L’icona della ministra seduta accanto a Giorgio Napolitano quando le Frecce tricolori avevano già concluso il loro spettacolo, non vale solo un titolo di giornale relativo alla strada compiuta dalla parità di genere nel nostro Paese, ma si pone sostanzialmente al di là di slogan e rivendicazioni. Rappresenta una novità sociale e politica per l’Italia e per il governo, mentre il battaglione San Marco sfila per i marò italiani ancora in India. È la certificazione che un muro è stato abbattuto, che l’emancipazione non è solo sulla carta, ma certezza da rendere granitica, che gli steccati sono sempre più ricordi stantii e che il merito oggettivo si sta facendo largo anche in un settore delicatissimo e dai mille riverberi come la Difesa. Italia al passo con l’Europa? Finalmente sì. La collega tedesca del ministro Pinotti è la 55enne Ursula von der Leyen, con una significativa carriera professionale alle spalle e che sarà ricordata nella storia teutonica come il primo ministro della Difesa donna della Germania. Oltre al fatto che da tempo è indicata come un possibile successore di Angela Merkel. E ancora, per la prima volta nella storia repubblicana, il mondo della Difesa biancorossoeverde appare come un prisma con tre donne ministro: il ministero dell’Istruzione che ha la delega anche sullo spazio Stefania Giannini; quello degli Esteri con Federica Mogherini che si rapporta quotidianamente con la Difesa e quest’ultimo che da quest’anno sarà ricordato come una primizia anche di immagine, per via di quella passeggiata per i Fori a bordo della Lancia presidenziale. Un quadro d’insieme e sinottico che è di buon auspicio per il futuro italiano, ma a patto che non si canti già vittoria per una battaglia che, per essere vinta sino in fondo, deve essere corroborata da sforzi continui e costanti. Oltre che da icone dall’alta carica emotiva come quella della Lancia Flaminia.