Il personaggio

Di Chiara Rossi

A un passo dallo spazio
“Voglio fare l’astronauta!”. Quanti bambini alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?” si immaginano con casco e tuta pressurizzata e Luca Rossettini, 38 anni, era uno di questi. Questo sogno Luca ha tentato di realizzarlo sul serio: intraprende il percorso di pilota militare, ma viene bocciato all’Accademia. Nonostante questo ostacolo, non rinuncia alla sua passione e trova un altro accesso allo spazio: nel 2003 si laurea in Ingegneria aerospaziale e cinque anni dopo conclude con successo un PhD in Propulsione avanzata per lo spazio. È in questo momento che sviluppa l’idea che cambierà la sua vita: unire i principi della sostenibilità strategica al settore spaziale ovvero “pulire lo spazio” attraverso lo sviluppo di una soluzione per i detriti spaziali. Dall’idea al prodotto il salto non è così automatico, così nel 2009, grazie a una borsa di studio Fulbright, approda nella Silicon valley dove consolida le basi di business. Dopo uno stage presso il centro ricerche Nasa Ames, Rossettini torna in Italia e insieme ad altri ragazzi nel 2011 fonda D-Orbit, un’azienda con una mission 100% sostenibile: il decommissioning di satelliti artificiali. D-Orbit è un dispositivo intelligente propulsivo, da attaccare ai satelliti prima del lancio. Quando questi satelliti, per qualsiasi ragione, smettono di funzionare, invece che lasciarli vagare incontrollati nello spazio, con il rischio di collidere tra di loro o di caderci sulla testa, il dispositivo fa in modo che vengano messi su un’altra particolare traiettoria, rapida e sicura, per rimuoverli del tutto dall’orbita e, per quelli più vicini, eliminarli in atmosfera terrestre oppure spostarli su un’orbita cimitero. La società, tutta italiana, in poco più di tre anni si è internazionalizzata, con una solida presenza in Europa e negli Stati Uniti e ha ottenuto riconoscimenti e sostegno da parte delle agenzie spaziali di tutto il mondo, dall’Asi all’Esa fino alla Nasa. “Ho costruito ogni pezzo della mia vita per andare nello spazio e ci sarei potuto arrivare percorrendo due strade: diventare astronauta o pagarmi il biglietto. Astronauta non sono diventato, quindi mi rimaneva la seconda opzione. Peccato che il problema dei detriti spaziali metta a serio rischio anche questa possibilità… quindi prima va risolto il problema e poi va trovato un modo di pagare il biglietto. D-Orbit mi dà la possibilità di fare entrambe le cose contemporaneamente!”. Il coronamento di un sogno di bambino.