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Storia di un aviatore fai-da-te

Giancarlo Zanardo – pilota per passione, all’attivo oltre 2.500 ore di volo
Giancarlo Zanardo – pilota per passione, all’attivo oltre 2.500 ore di volo

Mentre rimbomba l’allarme aereo degli alleati che mitragliano dal cielo le colonne tedesche in ritirata verso la Germania, tutti corrono a nascondersi nei rifugi-cantina, tutti tranne un bambino di 5 anni che a quelle squadriglie va incontro. Per Giancarlo Zanardo, classe 1939, sfollato con la famiglia a Colle Umberto, il rombo degli Spitfire lungo la strada fra Conegliano e Vittorio Veneto è musica per le orecchie. Inizia così un connubio che durerà tutta una vita quello tra Zanardo e il volo.
Ma l’episodio che più d’ogni altro ha segnato la sua vita accade a guerra finita: durante una gita in seconda elementare a Nervesa della Battaglia, scopre il sacello in ricordo di Francesco Baracca, abbattuto dagli austriaci il 19 giugno 1918, mentre colpiva i ponti di barche sul Piave per impedire l’avanzata dell’esercito austroungarico. Davanti all’incisione “Qui cadde il maggiore Francesco Baracca, asso degli assi” promette a se stesso che un giorno avrebbe volato con un aeroplano uguale al suo.
Esonerato dal servizio militare perché a 20 anni era già sposato e con figli, ottiene comunque il brevetto di pilota nel 1966 e a 60 anni dalla promessa fatta nel luogo in cui fu combattuta la battaglia del solstizio, Zanardo ha sorvolato il sacello alla cloche di uno Spad XIII, un caccia monoposto biplano identico a quello del Baracca, costruito interamente da solo.
Nemmeno un incidente nel 1970 lo ha trattenuto a terra: mentre stava caricando l’autogiro in auto dopo una giornata di volo a Bibione, un cavo d’acciaio si è spezzato e gli è caduto addosso insieme al paranco. Scatola cranica fratturata, labirinto schiacciato, sordità, mesi di ospedale e due anni di esaurimento nervoso non sono riusciti a spegnere in lui il desiderio di volare. Con la sua riproduzione del Fokker Dr1 – lo stesso di Manfred Von Richthofen, il Barone rosso, leggenda dell’aviazione tedesca, morto a soli 25 anni sul fronte francese dopo aver totalizzato 80 abbattimenti – il 9 agosto 1988, nel 70° anniversario del volo su Vienna di Gabriele D’Annunzio, Zanardo replica l’impresa lanciando spartiti di Strauss al posto dei proclami lirici gettati dal poeta.
Omaggiare i grandi pioneri con gli aerei originali, modificati solo nei motori e nei freni per volare in sicurezza, è il segreto di queste imprese che hanno attirato l’ammirazione di tanti: dagli appassionati di volo ai direttori di musei aeronautici. Perfino due ingegneri della Nasa erano presenti a Guidonia durante la commemorazione del centenario del primo volo della storia con il Flyer 1-1903 dei fratelli Wright, unica celebrazione al mondo effettuata con successo con una replica dello stesso modello. Costruita dall’aviatore del Piave ovviamente.