Biografia di una ”Ufficiale e gentildonna”
Proposte e disegni di legge ce n’erano. Già dagli anni Settanta venivano esaminate, o semplicemente presentate, sia al Senato sia alla Camera dei Deputati eppure non andavano mai avanti, discusse in prima battuta e poi abbandonate… inizia così la storia dell’apertura delle Forze armate alla donne, un percorso niente affatto semplice. In un momento storico in cui nessuno era convinto che fosse necessario permettere alle donne di arruolarsi – gli anni Novanta da questo punto di vista erano molto fermi – era necessario che qualcuno stimolasse dal basso il dibattito “donne in uniforme sì o no”. Quel qualcuno era Debora Corbi. Oggi ufficiale dell’Aeronautica militare italiana, nel 1995 fonda insieme ad altre due donne l’associazione Aspiranti Donne Soldato, con lo scopo di servire da stimolo per le forze politiche e per coinvolgere l’opinione pubblica nel dibattito sul servizio militare femminile. Le fondatrici sono tre delle 29 ragazze che nel 1992 partecipano all'”esperimento” donna-soldato voluto dall’ allora ministro della Difesa, Salvo Andò. Tutti ne parlano e tanto, dalle forze politiche all’opinione pubblica, i tempi sono finalmente maturi per comprendere che dietro a un’associazione di e per le donne ci sono in ballo interessi che coinvolgono migliaia di donne italiane. Anche le Forze armate sono pronte ad accogliere il cambiamento. Con la legge 380 del 20 ottobre 1999, approvata con 273 voti favorevoli, 9 contrari e 9 astenuti, viene sancita la possibilità per le cittadine italiane di partecipare, su base volontaria, ai concorsi per il reclutamento nelle Forze armate. L’Italia si adegua così agli altri Paesi per raggiungere quella parità di diritti e di doveri di tutti i cittadini proclamata dalla Costituzione. È sempre grazie a questa legge se il nostro Paese conta 11.200 donne nelle FFAA all’inizio del 2015, pari al 4% del personale in divisa. Tutto questo è anche merito di Debora Corbi, “la mamma di tutte le donne soldato” come l’ha definita l’onorevole Valdo Spini, primo firmatario della 380. Pioniera delle battaglie e forze messe in campo per realizzare questo progetto, nel 2000 Debora vede quell’impegno premiato: l’Aeronautica militare la insignisce del grado di ufficiale e oggi, dopo aver vinto il concorso pubblico, è capitano dell’Arma Azzurra. Coronazione di questo lungo percorso è il suo libro Ufficiale e gentildonna, Cronaca di una rivoluzione nelle Forze Armate Italiane, una traccia della fatica e del lungo percorso di giovani donne che hanno lottato insieme affinché determinati diritti fossero loro riconosciuti. “Resto convinto che senza l’entusiasmo, la pazienza, a volte le intemperanze, il coraggio e lo spirito di iniziativa di Debora Corbi e di un pugno di ragazze in gamba come lei, in un ambiente come il nostro questa legge potrebbe non aver mai visto la luce” scrive di lei nella prefazione il generale Mario Arpino.
Capitano dell’Am, fondatrice nel 1995 dell’associazione Aspiranti Donne Soldato