Pensieri spaziali

Di Luca Parmitano

Lo spazio che unisce
Mentre scrivo sono trascorse poche ore dai terribili eventi che hanno scosso il mondo occidentale. Eventi che dividono e che umiliano il sogno di una società umana in continua evoluzione. Come astronauta, ho il privilegio di potermi rivolgere a tutti, indipendentemente da età, provenienza, livello di educazione, fede; allo stesso tempo, ricevo i pensieri, le emozioni, l’amicizia e il calore di tutti coloro con i quali interagisco. E mi rendo conto di quanto lo spazio sia un argomento che ha la possibilità di unire.
Sulla Stazione spaziale internazionale da 15 anni, ininterrottamente, individui dal retaggio completamente diverso lavorano insieme per la scienza, la tecnologia, l’esplorazione. Sono un equipaggio, e una squadra, uniti da una visione del mondo che vorrebbero… non da quello che è oggi, ma da quello che sarà in futuro. E faticano a descrivere la meraviglia di un mondo, visto da lontano come unico, unito, indivisibile, senza confini o barriere.
Nel mondo dell’aerospazio, la cooperazione è la quotidianità. J.J. Dordain ama dire dell’Esa, di cui è stato direttore generale, che sono i campioni mondiali della cooperazione internazionale: 22 Paesi europei che lavorano insieme, con piccoli e grandi compromessi, dimenticando divisioni storiche, politiche o religiose. Nel programma Iss, a questi 22 Paesi se ne uniscono altri quattro – Stati Uniti, Russia, Giappone e Canada, rappresentati dalle rispettive agenzie spaziali – superando altissime barriere sociali e storiche. Un’incredibile vittoria di intelligenza, sogno, visione e speranza contro chiusura, bigotteria, estremismo e paura.
Alla fine degli anni 60 il mondo intero si trovò a condividere, come un solo organismo, lo stesso pensiero insieme ai due astronauti che per primi mossero i loro passi sulla superficie lunare. La missione Rosetta, che ha portato un lander su una cometa, e New Horizons, con le sue foto ravvicinate di Plutone, hanno ancora una volta riempito gli occhi di tutti con meraviglie impensate e impensabili. Una missione come Exomars acquista allora un potenziale che va ben oltre le scoperte che ne deriveranno: partendo dalla cooperazione internazionale sulla Terra, contribuisce a creare le basi di un percorso che dovrà coinvolgere il mondo intero per decenni, verso Marte, i suoi misteri e possibilità.
Nulla unisce più di un comune obiettivo e più è alto, più sarà grande il numero di coloro che dovranno lavorare insieme per raggiungerlo.