Quello spazio tra Ecuador e Campania
Due storie separate da migliaia di chilometri, eppure collegate fra di loro dal tema comune dello spazio. La prima ha epicentro, purtroppo nel vero senso della parola, in Ecuador. Subito dopo il terribile terremoto del 17 aprile, contatto il comandante Ronnie Nader, direttore dell’Agenzia spaziale ecuadoriana che avevo incontrato a un convegno. Gli chiedo notizie e se c’è qualcosa che io possa fare: mi risponde immediatamente che stanno cercando foto satellitari delle zone colpite maggiormente dalla furia sismica. Come astronauta non ho esperienza sull’osservazione terrestre, se non quella diretta, umanissima, del vedere e fotografare la Terra dalla cupola dell’Iss. Però, fortunatamente, conosco bene il personale di Esrin, il centro dell’Esa vicino Roma che gestisce tutte le immagini satellitari generate dai nostri sensori e da quelli delle agenzie partner. Con una disponibilità, velocità e professionalità fuori dal comune, rese ancora più elevate dal senso di urgenza e di rilevanza di quello che stavano facendo, i colleghi di Esrin si sono prodigati per rispondere alle richieste del collega ecuadoriano.
La seconda storia parte in Campania, terra alla quale sono molto legato perché lì è nato il mio percorso professionale quando, oltre vent’anni fa, varcai il cancello dell’Accademia aeronautica. A pochi chilometri di distanza si trova un luogo di straordinaria eccellenza italiana, il Centro italiano di ricerche aerospaziali (Cira). Considerato il braccio operativo dell’Asi, raccoglie al suo interno apparecchiature e strumentazioni per costruire, sperimentare e convalidare quanto di più all’avanguardia esista nel mondo dell’aerospazio. L’ho visitato alcune settimane fa: è difficile descrivere lo stupore e l’orgoglio nello scoprire che abbiamo in Italia, in Campania, una galleria del vento capace di generare velocità e temperature congrue a quelle di un rientro orbitale (Mach 18), unica al mondo per la sperimentazione degli scudi termici che si usano al rientro dall’orbita. O un’altra in cui è possibile generare nubi di ghiaccio ad alta quota, per convalidare i sistemi antighiaccio di aerei ed elicotteri. Anche questa, unica al mondo. Meraviglie tecnologiche che sposano la bellezza del futuro con quella del passato: presente a poca distanza la Reggia di Caserta. Una bellezza diversa, che trascende confini, elimina barriere, superando ostacoli di tempo e distanza.