, Columnist

Faris, Copernicus e la cure per la Terra

Ancora una volta due storie talmente diverse da sembrare completamente scollegate, unite invece da un’emozione comune. Istanbul, Turchia. Nella città dove da millenni l’Europa e il Medio Oriente si fondono, un rifugiato siriano parla a un gruppo di studenti e si rivolge loro con una strana miscela di tristezza e speranza: “Non c’è nulla di più bello della Terra – dice in arabo – io l’ho vista, è la nostra madre e merita di essere lasciata in pace. L’ho detto tante volte, e lo dirò sempre: la Terra è talmente bella, e dobbiamo salvarla”. Queste parole suonano particolarmente vere alle mie orecchie (e molto familiari): a pronunciarle è Mohammed Faris, primo e unico cosmonauta siriano, che ha volato sulla Stazione spaziale MIR nel 1987. Non conosco Faris di persona, ma sono certo che, se avessi mai la fortuna di incontrarlo, potremmo parlare per ore: è un ex pilota di aerei da caccia ed è diventato un cosmonauta a Star City, in Russia. Non sarei per nulla sorpreso se scoprissi di aver vissuto, dormito e studiato nella stessa stanza che un tempo era la sua. Abbiamo in comune molto più di quanto non sembri. Anche io dico spesso: “Io l’ho vista”. Anche io vorrei poter fare qualcosa per salvarla, la Terra.

Kourou, Guyana Francese: il 25 Aprile 2016, alle 21,02 GMT, una torre di fumo si innalza verso il cielo. È la caratteristica del perfetto lancio di una Soyuz: in pochi minuti, un satellite raggiunge in orbita il gemello, e inizia a orbitare intorno alla Terra. I due “gemelli” non si incontreranno mai, perché orbitano a 180° l’uno dall’altro, ma osservano tutta la Terra e in soli sei giorni ne coprono la superficie con i loro strumenti radar. Entrambi fanno parte della costellazione Sentinel. Le sentinelle sono al centro del programma Copernicus, fortemente voluto dalla Commissione europea, creato in cooperazione con l’Esa e del quale il sito italiano Esrin ospita il Mission management office, ufficio responsabile della gestione. Copernicus è il progetto di osservazione terrestre più grande e ambizioso mai realizzato. Quando sarà completata la costellazione, fornirà informazioni con una precisione, tempistica e semplicità di utilizzo mai viste. Con l’obiettivo di permettere a studiosi e ricercatori di comprendere e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e all’uomo di migliorare il suo rapporto con l’ambiente e la sua capacità di gestirlo. Per insegnarci a conoscere meglio il nostro Pianeta. E fare qualcosa per salvarlo.