La missione di Paolo
Iniziamo dalla fine, ossia dal conto alla rovescia per il lancio di Paolo, ormai a circa solo 15 giorni di distanza, dopo un periodo lungo di mesi, anzi, di anni di addestramento, dopo una vita dedicata all’attesa… dell’accensione dei motori. Momento magico dove il complesso intreccio di desideri, ambizioni, paure, incertezze, determinazioni, speranze, illusioni e delusioni, vengono e si mescolano in un concentrato ad altissima energia fisica e mentale ben esemplificato dalla luce e dal rombo dei motori del razzo che sta decollando. Mi torna in mente il luglio ‘98 quando io e Paolo abbiamo ricevuto il telegramma firmato “prof Sergio De Julio, presidente dell’Agenzia spaziale italiana”: eravamo entrambi vincitori del concorso dell’Asi per due nuovi astronauti. Abbiamo iniziato una lunga, lunghissima e parallela carriera con incontri/scontri, l’ultimo dei quali (incontro) è stato nel 2011 niente di meno che sulla Stazione spaziale internazionale. Di posizioni diverse, invece, ne abbiamo avute proprio tante. Difficile anche ricordarsene. La vita scorre via in fretta, Paolo si appresta a fare il suo volo. Un’ulteriore grande avventura, probabile l’ultima possibile come astronauta dell’Esa per sopraggiunti limiti di età; per me vedremo. I sette anni che ci separano hanno permesso, almeno in questo caso, un incontro invece che uno scontro. Legittimo, quindi, nell’aspettare il decollo del mio grande amico chiedersi quale sia il futuro della Stazione: in questi ormai 16 anni di operatività la Iss ha caratterizzato l’era della cooperazione internazionale che ha fatto perno sui rapporti tra Usa e Russia con Esa, Giappone e Canada. È stato il periodo delle agenzie spaziali, la Nasa in primis e per noi Esa e Asi. Guardando all’orizzonte non è immediatamente evidente come sarà il dopo, non sembrano esserci idee di programmi di collaborazione paragonabili alla Iss. Evidente negli Usa è la transizione verso il mondo dei privati e del commercial transportation. Lo spazio, quindi, sta di nuovo cambiando faccia e ambizione. Nato ai tempi della guerra fredda come uno dei campi del confronto/scontro tra Urss e Usa, è diventato poi con la Iss uno dei nodi centrali dei rinati rapporti tra loro; ora torniamo alla competizione, seppur commerciale. Una cosa è certa: lo spazio sta, ancora una volta, rapidamente anticipando nuove linee strategiche, e qui come Asi ed Esa avremo possibilità di continuare a essere attori protagonisti. La missione di Paolo è una molto importante. Ma credo che sia la cima della montagna: rapidamente l’interesse per la Iss sta diminuendo proprio per le nascenti iniziative commerciali. Paolo è senza dubbio l’astronauta Italiano con il maggiore potenziale e capacità per missioni di lunga durata, e giustamente ci rappresenta a bordo della Iss nel momento della raggiunta maturità. Vedremo in futuro dove sarà la maturità della nuova ed entusiasmante space race.