Strategicamente

Di Andrea Margelletti

Il nuovo bombardiere statunitense prende forma
La lunga ricerca per il nuovo bombardiere strategico statunitense (il programma Long Range Strike Bomber LRS-B), ha visto il suo epilogo con la vittoria da parte di Northrop Grumman ai danni delle rivali Lockheed Martin e Boeing. La componente aerea della triade nucleare statunitense potrà così contare, a partire dal 2025, su un nuovo bombardiere. Conseguentemente gli ormai venerabili, quanto vetusti, B-52 risalenti agli anni Cinquanta, al pari di parte della linea di B1-B verrà avviata al pensionamento o posta in naftalina. L’azienda di Falls Church si è quindi aggiudicata lo scorso ottobre il contratto più importante assegnato dal Pentagono sin dal 2001, anno nel quale Lockheed Martin vinse la gara per il Joint Strike Fighter (JSF). La posta in gioco era elevata, il programma LRS-B prevede infatti la costruzione di fino a 100 velivoli, con un budget previsto che sfiora gli 80 miliardi di dollari. Analizzando meglio le ripercussioni industriali della vittoria, emerge in primis che Northrop Grumman, grazie al contratto, riacquisterà nuova e importantissima linfa vitale che le permetterà di sopravvivere per il prossimo futuro in qualità di big player dell’industria aerospaziale statunitense. D’altro canto, per Lockheed Marin la sconfitta subita nella gara per l’LRS-B non va a costituire un colpo mortale per il proprio futuro visto il massiccio impegno nel programma F-35. Chi, invece, subirà le maggiori ripercussioni sarà Boeing. Infatti, le prospettive in campo militare da parte del gigante di Seattle sono limitate alla possibilità di nuove commesse relative però a programmi ormai maturi (uno tra tutti quello dell’F/A-18 Super Hornet). Dal punto di vista tecnico il nuovo bombardiere segnerà un cambio di rotta nel procurement statunitense. L’esasperata corsa verso velivoli sempre più futuristici cederà il passo a un approccio più pragmatico. Il nuovo bombardiere pertanto, pur mantenendo elevate caratteristiche stealth, farà in gran parte ricorso a tecnologie già testate per quanto concerne l’avionica e la sensoristica. Questo nuovo approccio realistico dovrebbe permettere, ma il condizionale è d’obbligo, di limitare il costo per singolo velivolo a 564 milioni di dollari evitando così le ultime folli spirali di aumento dei costi che hanno caratterizzato gli ultimi programmi del Pentagono.

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