Strategicamente

Di Andrea Margelletti

Un bilateralismo che funziona
L’importante commessa di 28 Eurofighter da parte di Finmeccanica all’Aeronautica del Kuwait va a costituire un positivo ritorno d’immagine per l’Italia, specie nei confronti dei propri alleati e partner economici. Il Paese, infatti, ha dato prova di una buona maturità e determinazione nel portare a termine un accordo del tipo G2G, ovvero bilaterale, l’unico in grado di garantire il dinamismo necessario alle parti per giungere a un soddisfacente compromesso.
Sempre in tema di ritorno d’immagine è poi da notare come la vendita dei 28 velivoli garantirà indubbiamente prestigio e rafforzerà la posizione di Finmeccanica, in termini di peso politico, all’interno del consorzio quadrinazionale di cui il caccia europeo è espressione. Lo sviluppo futuro della piattaforma, poi, ne trarrà indubbi benefici: la commessa kuwaitiana, infatti, permetterà di disporre di quella necessaria boccata d’ossigeno in termini economici che porterà all’integrazione di nuovi sistemi d’arma, come ad esempio missili di tipo stand-off e antinave, nonché di un nuovo radar a scansione elettronica in grado di mantenere il velivolo aggiornato e all’altezza dei futuri scenari operativi. Ecco quindi che, con l’integrazione di nuovi sistemi e armamenti, il velivolo europeo potrà mitigare le problematiche connesse all’invecchiamento della piattaforma e presentarsi ancora come un agguerrito e ben rodato candidato per tutte le aeronautiche interessate a dotarsi di un velivolo multiruolo, che sia in grado di recitare così la propria parte, anche all’interno delle missioni più complesse.
È infine auspicabile, anzi necessario, che la vittoria in Kuwait venga vista come la pietra miliare da cui partire per sviluppare ulteriormente un approccio integrato da parte di attori pubblici e privati italiani nell’affrontare le future competizioni internazionali, non solo militari, al fine di promuovere prodotti ed eccellenze tecnologiche del Paese all’estero. Solo così il sistema-Paese sarà in grado, nell’attuale mondo multipolare, di valorizzare adeguatamente il know how e i prodotti di quella che rimane la seconda potenza manifatturiera del continente europeo.