Strategicamente

Di Andrea Margelletti

Accordo Italia-Nato Bmd

Lo scorso settembre, il ministero della Difesa ha firmato un importante accordo con la Nato Communications and information agency (Nci agency) finalizzato al raggiungimento della completa integrazione tra i sistemi di difesa antimissile italiani e la struttura di difesa antibalistica della Nato (Nato Bmd – Ballistic missile defence). L’intesa permetterà l’integrazione tra i sistemi missilistici per la difesa di teatro in forza all’Esercito italiano SAMP/T, i radar di scoperta aerea a lungo raggio TPS77 dell’Aeronautica militare e i dispositivi Bmd schierati sui cacciatorpediniere classe Orizzonte della Marina militare all’interno del Sistema di comando e controllo aereo (Accs – Air command and control system) della Nato. Come sottolineato anche nel corso dell’ultimo summit Nato di Varsavia di quest’anno, la difesa aerea e missilistica continua a essere uno dei capitoli più interessanti per l’Alleanza atlantica. Il nostro Paese, quindi, si dimostra ancora una volta un alleato affidabile e disposto a contribuire attivamente al rafforzamento delle strutture di difesa Nato in questa nicchia tecnologica di altissimo livello. Le batterie missilistiche SAMP/T dell’Esercito e i sistemi PAAMS delle due unità classe Orizzonte, infatti, verranno in futuro aggiornati con i nuovi missili ASTER 30 Block 1 NT in fase di sviluppo da parte del consorzio Mbda con un sostanziale contributo industriale ed economico da parte italiana. Ancora avvolto dall’incertezza, ma sicuramente auspicabile, è poi l’eventuale ulteriore contributo dell’Aeronautica militare che potrebbe venire dall’integrazione nella rete Nato di almeno una batteria Meads una volta completato il programma attualmente bloccato per mancanza di fondi. In un contesto politico caratterizzato dai continui richiami di Washington per un maggiore impegno degli alleati europei alla difesa del proprio continente e dal rilancio del progetto di difesa comune in ambito Ue, il nostro Paese si presta a svolgere un ruolo fondamentale nella difesa missilistica del fianco sud della Nato (e dell’Europa), sia per la qualità dei mezzi a disposizione delle nostre Forze armate, sia per le capacità dell’industria della difesa nazionale che, nel corso degli anni, ha dimostrato una forte inclinazione a coltivare sinergie con realtà industriali europee e americane.