F-35, buone novità per l’Italia
Il mese di novembre è stato segnato da un’importante novità nel programma Joint strike fighter con la conferma della decisione di inviare i velivoli della Royal air force presso la Faco di Cameri per le operazioni di manutenzione strutturale. Nell’ambito del programma F-35, quindi, il nostro Paese si conferma attore di primo livello per il supporto delle capacità operative non solamente dei velivoli nazionali, ma di tutti quelli schierati sul territorio europeo. C’è da dire che i nostri alleati d’oltremanica hanno cercato di opporsi a questo schema di divisione dei compiti di manutenzione, soffiando spesso sul fuoco della vulnerabilità strategica della propria componente aerea che si sarebbe venuta a creare con il trasferimento di queste responsabilità all’Italia. Potremmo anche interpretare questo atteggiamento come espressione dell’intrinseca e innata cautela inglese, ma alla fine ciò si sarebbe scontrato con la struttura stessa del programma Jsf che prevede un unico hub Mro&u per l’Europa. La conferma che anche gli F-35 britannici dovranno utilizzare la Faco di Cameri avrà certamente delle ricadute positive per l’Italia, soprattutto in termini industriali e occupazionali. Infatti, la manutenzione strutturale degli F-35 europei permetterà di accrescere, in particolare, le competenze tecniche nel supporto dei velivoli di quinta generazione per un lungo arco temporale. Nel frattempo, passando dal piano internazionale a quello nazionale, procede la produzione dei velivoli destinati al nostro Paese. Dopo aver ormai completato i lavori sul quinto velivolo F-35A da destinare all’Aeronautica militare, è in stato di assemblaggio avanzato anche il primo velivolo F-35B Stovl italiano. Sono piccoli ma significativi passi avanti per il principale programma della difesa nazionale del prossimo decennio. Un ulteriore momento estremamente significativo è atteso entro fine anno con la consegna al 32° Stormo di Amendola dell’Am dei primi due F-35A schierati sul territorio nazionale, che avranno l’onore di proiettare, anche simbolicamente, l’Italia nel ristretto e privilegiato novero dei Paesi dotati di velivoli di quinta generazione.