Strategicamente

Di Andrea Margelletti

Avanza il programma F-35 in Italia

Lo scorso 5 maggio, presso la Faco di Cameri si è tenuta la cerimonia per il roll-out del primo velivolo F-35B italiano, ossia la variante a decollo corto e atterraggio verticale del cacciabombardiere americano di quinta generazione. La consegna di BL-1 (questo il nome del primo F-35B nazionale) rappresenta un ulteriore primato frutto della collaborazione tra Lockheed Martin e Leonardo, visto che si tratta del primo modello B costruito al di fuori degli Stati Uniti. A oggi, il primo volo dell’F-35B italiano è programmato per la seconda metà di agosto, mentre dovrebbe essere ufficialmente consegnato al ministero della Difesa italiano a novembre 2017. In seguito, dopo una serie di voli di prova presso la base di Cameri, sarà poi un pilota italiano a trasferirlo presso la Naval air station di Patuxent River, nel Maryland, per una ulteriore fase di test.

Pur in un’ottica di piccoli passi, quindi, il programma italiano per l’acquisizione degli F-35 continua a progredire sia dal punto di vista industriale sia da quello operativo. Infatti, la consegna di un secondo F-35B è prevista per novembre 2018, mentre 2 ulteriori F-35A usciranno da Cameri entro la fine del 2017 portando a nove il numero totale di Lightning II a disposizione della nostra Aeronautica. A oggi, quattro di essi operano negli Usa presso la Luke Air Force Base, in Arizona, per la formazione dei piloti, mentre tre sono già stati assegnati al 32° Stormo rendendo così Amendola la prima base in Europa a schierare permanentemente i più avanzati cacciabombardieri occidentali. Visti i primati industriali e operativi fin qui raggiunti dai tecnici e dai militari italiani sul programma F-35, sarebbe finalmente ora che il sistema-Paese nel suo complesso iniziasse a valorizzare compiutamente il contributo nazionale al programma, se non altro per poter consolidare il ruolo della Faco quale sito produttivo e manutentivo (Mro&u) privilegiato per i nuovi futuri partner europei. L’importanza di una rinnovata e chiara strategia nazionale sull’F-35 è, infatti, uno dei prerequisiti fondamentali per convincere i potenziali nuovi acquirenti europei del cacciabombardiere Lockheed Martin a stipulare accordi similari a quello che permetterà alla Faco di Cameri di assemblare 29 velivoli destinati ai Paesi Bassi. Un approccio più aperto e proattivo circa il ruolo italiano nel programma F-35 potrebbe permettere di incrementare considerevolmente le sinergie industriali tra i Paesi europei partner del programma generando effetti positivi tutt’altro che trascurabili per il comparto aerospaziale nazionale.