L’Italia col piede giusto nella Difesa comune
Il nuovo anno si apre più che positivamente per l’industria della difesa italiana, in quanto Leonardo si è aggiudicata il primo bando del Fondo europeo per la difesa, creato col fine di coordinare gli investimenti dei singoli Paesi europei in campo di ricerca, sviluppo e acquisizione per la difesa comune. Il progetto vincitore vede l’Italia capofila e verrà sviluppato assieme a numerosi partner e 15 altri Stati dell’Unione europea (Ue).
Chiamato Ocean 2020, il programma ha lo scopo di promuovere la ricerca tecnologica nel campo della sorveglianza marittima mediante lo sviluppo di piattaforme (ad ala fissa e rotante, di superficie e sottomarine) senza pilota e sistemi di comunicazione da installare sulle navi dei Paesi parte del progetto. Per quel che concerne le modalità di impiego dei prototipi, i droni dovranno inviare le informazioni raccolte alle unità navali presenti, le quali, a loro volta, condivideranno i dati con i centri di comando e controllo a terra.
L’iniziativa ha un alto livello strategico e operazionale, e potrebbe permettere nel prossimo futuro di perfezionare le attività di sorveglianza e interdizione in mare in chiave europea. La vittoria del sistema-Paese è triplice: riafferma il ruolo di Leonardo nel settore delle alte tecnologie per la difesa; segna un importante successo di immagine per l’Italia nel campo della difesa europea; e contribuisce a creare le condizioni per un migliore scambio di informazioni tra navi militari impegnate in operazioni sotto l’egida di Bruxelles.
Entrando nello specifico, Ocean 2020 è il primo programma di ricerca militare che verrà condotto su scala europea ed è finalizzato a incrementare la consapevolezza situazionale e, quindi, la sicurezza dei mari. L’Italia, dunque, grazie a Leonardo, sarà il primo Paese europeo a dirigere un gruppo di ricerca formato da più Stati ed entità, volto a sviluppare un progetto di difesa comune. Tale considerazione prende ancora più importanza se inquadrata nel contesto della neocostituita Cooperazione strutturata permanente (Pesco), in cui l’Italia deve misurarsi col forte potere competitivo di Francia e Germania.
Da un punto di vista pratico, il primo teatro di prova del programma sarà il Mediterraneo, dove il prossimo anno la Marina militare coordinerà una dimostrazione in cui gli elicotteri senza pilota AW Hero e SW-4 Solo, sviluppati da Leonardo, saranno manovrati da unità navali italiane e dei Paesi europei parte del progetto. La seconda dimostrazione, invece, avrà luogo nel 2020 nel mar Baltico e sarà coordinata dalla Marina svedese, altro partner fondamentale. Durante entrambi i test, le informazioni raccolte verranno inviate a un prototipo di struttura informatica europea con sede a Bruxelles. L’obiettivo di Ocean 2020, quindi, è quello di canalizzare i dati raccolti in un unico centro di comando e controllo Ue e fornire all’Unione un quadro situazionale chiaro di ciò che avviene nei mari di interesse.
In conclusione, aldilà della retorica positiva che sempre circonda le iniziative di integrazione europea, l’Italia deve continuare a inquadrarsi nel campo della difesa continentale attraverso un approccio ragionato che le permetta non solo di collaborare con gli altri Stati membri, ma anche di aumentare il proprio livello di competitività rispetto a Paesi quali Francia e Germania. La leadership di Roma, dunque, deve puntare a una partecipazione in veste di protagonista ai nuovi progetti a marchio europeo, al fine di accrescere il ruolo del sistema-Paese all’interno della emergente dimensione comunitaria della difesa