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Svolta transatlantica cercasi
 
A metà dello scorso settembre, con una mossa dura quanto inusuale, AgustaWestland ha deciso di adire le vie legali contro l’Esercito americano relativamente alle modalità con cui il medesimo ha deciso di selezionare l’Airbus Ec-145 come nuovo elicottero da addestramento. In particolare, la decisione di AgustaWestland è stata motivata dal fatto che lo Us army ha deciso di procedere a un’acquisizione di notevole portata (155 elicotteri) senza nessuna procedura competitiva e senza dare la benché minima possibilità al modello italiano Aw119Kx. Questa vicenda è solo l’ultimo schiaffo, in ordine cronologico, che il Pentagono rifila alle aziende italiane operanti nella difesa che tentano di inserirsi nel mercato americano. Infatti, va ricordato come siano stati di volta in volta cancellati il programma per l’elicottero presidenziale (con l’elicottero Aw-101 prima selezionato e poi rigettato per incrementi di costi addebitabili esclusivamente alle richieste del Pentagono), il velivolo da trasporto tattico Alenia Aermacchi C-27J (la cui acquisizione, prevista in 78 esemplari, è stata prima ridotta a 38 e poi definitivamente cancellata con radiazione dei 21 esemplari già costruiti a seguito di una guerra interna tra Usaf, Us air national guard e Us army), il velivolo da trasporto tattico per l’Aeronautica militare afghana C-27A (il programma prevedeva il ricondizionamento di 20 ex G-222 a spese del dipartimento della Difesa americano ed è stato chiuso con demolizione dei 16 aerei già costruiti per “fare posto” a velivoli made in Usa). Il combinato disposto di tutte queste amare esperienze, oltre ad aver generato considerevoli effetti negativi per l’immagine dei prodotti italiani (a seguito delle artificiose motivazioni tecniche addotte di volta in volta dal Pentagono per la chiusura dei programmi) di certo non contribuisce a porre solide basi per gli attuali e futuri programmi di collaborazione industriale militare tra Washington e Roma. Sarebbe auspicabile che l’Amministrazione americana facesse un serio esame di coscienza sul trattamento fin qui riservato alle aziende di un Paese amico e alleato come il nostro e iniziasse a porgere un ramoscello d’ulivo, visto che le occasioni non mancano: dal prossimo programma per un nuovo addestratore dell’Usaf T-x (in cui l’Alenia Aermacchi M-346 americanizzato è sicuramente il candidato più credibile) alle piattaforme navali (i cannoni Oto Melara sarebbero perfetti per le unità Lcs classe Freedom prodotte da Fincantieri) per finire con l’elettronica per la difesa in cui il contributo italiano può essere di primissimo ordine soprattutto nelle contromisure elettroniche. Sta a Washington decidere se e dove fare il primo passo distensivo.