Visti da lontano

Di Nick Brough

Uzbekistan Airways pesa i passeggeri, o forse no, ma a Samoa…
Il 7 agosto Uzbekistan Airways ha annunciato che a breve avrebbe iniziato a pesare i passeggeri, insieme ai loro bagagli a mano. L’operazione sarebbe avvenuta all’uscita d’imbarco, “per motivi di sicurezza”. La notizia ha rapidamente fatto il giro del mondo. Il 13 agosto anche la Cnn l’ha riportata e il giorno successivo l’annuncio è sparito dal sito della compagnia aerea. Non si sa quindi se andrà avanti o se ha abbandonato l’idea. In realtà non si tratta di una novità. Era una pratica diffusa nell’epoca pionieristica del trasporto aereo passeggeri. Negli anni trenta del secolo scorso, allo scalo Londinese di Croyden, prima di salire a bordo degli Handley Page Hannibal in partenza per Australia, ogni passeggero veniva pesato insieme con il bagaglio. Il personal allowance, onnicomprensivo era 100 kg. Affrontando un viaggio di quasi due settimane seduti in aereo e alloggiati la notte negli alberghi costruiti per ospitare i passeggeri durante i molti scali tecnici, ci si chiede se questi ultimi non pesassero di più all’arrivo, considerando i pranzi a bordo e le cene a terra tutti i giorni. Ma non si tratta solo di un ricordo storico. Tre anni fa Samoa Air ha fatto un passo eclatante, stabilendo la tariffa al chilo per i suoi voli fra le isole del sud Pacifico. La piccola compagnia proclama “paghi solo per quanto pesi”. Ci informano che le famiglie sono particolarmente felici per il conseguente abbassamento delle tariffe per i bambini. Dicono di offrire comfort a tutti i passeggeri: un messaggio chiaramente mirato a tutti coloro che si sono trovati schiacciati in mezzo fra passeggeri obesi, cosa sempre più frequente con la crescente riconfigurazione degli aerei con un posto in più per ogni fila. Non è coincidenza che l’iniziativa nasca a Samoa, sesto Paese al mondo per la diffusione dell’obesità nella popolazione (80,4%), dietro altre cinque nazioni tutte nel sud Pacifico: Nauro (94% obesi), Micronesia, Cook Islands, Tonga e Niue. Per la cronaca, gli Usa sono al nono posto (74,1%) e l’Italia… al 111°, però, pur sempre con il 45% della popolazione sovrappeso.
Si prega di notare che la marijuana è consentita solo a bordo dei voli intrastatali
Questo insolito cartello ha sorpreso non pochi passeggeri nell’aeroporto di Portland nello Stato americano dell’Oregon. È apparso per la prima volta quest’estate, allo scopo di chiarire l’impatto sul trasporto aereo della legge statale, ma non federale, per depenalizzare il possesso in piccole quantità di marijuana. Finora solo in Alaska, Washington, Colorado e Washington D.C. sono entrate in vigore leggi simili. La regola nel principale aeroporto dell’Oregon è molto semplice: se viaggi verso uno dei quattro aeroporti collegati all’interno dello stesso Stato il possesso è consentito anche per salire a bordo. Per i voli verso altri Stati no. Sorge solo una potenziale complicazione. La Tsa – l’autorità federale per il controllo della sicurezza – potrebbe fermare un passeggero in base alle norme federali e chiedere l’intervento della polizia, ma pare che la polizia non abbia alcuna voglia di muoversi in contrasto con la legge locale. Verrebbe da ironizzare, ricordando quando gli ispettori del dipartimento per la sicurezza interna hanno tentato di passare al controlli con armi o esplosivi finti, sono stato “stanati” solo il 4% dei finti malintenzionati.
Air Koryu “peggiore vettore” del mondo, ma è vero? E il nuovo terminal all’aeroporto di Pyongyang?
Secondo l’annuale sondaggio Skytrax, la compagnia nordcoreana Air Koryu è la peggiore del mondo, l’unica che, su una scala da una a cinque stelle, ne ha ottenuta solo una. Eppure, a sentire persone che hanno volato sui jet russi della compagnia, il più delle volte da Pechino o da Shanghai a Pyongyang, le opinioni sono moderate. “Aerei puliti, assistenti di volo gentili, pur parlando poco l’inglese”, “pasti poco appetitosi ma buona birra e the”, sono i commenti tipici. Sembra che le aspettative dei passeggeri siano talmente basse che comunque rimangono sorpresi in positivo. Il 1 luglio è stato completato il nuovo terminal passeggeri dell’aeroporto della capitale Pyongyang. Chi è rimasto insoddisfatto del nuovo edificio, che in realtà costituisce un cambiamento epocale, è il leader supremo Kim Jong-un, dichiarando ai giornalisti dopo la visita inaugurale che alcuni dettagli erano imperfetti. Da quel giorno l’architetto, Ma Won-chun, è sparito insieme a cinque alti ufficiali. Gira la voce che siano stati giustiziati, come altri 70 funzionari scomparsi, secondo alcuni organi di stampa, a partire dall’assunzione di Kim Jong-un della carica già del padre e del nonno, nel 2011. “I progettisti non hanno tenuto in mente il concetto di bellezza architettonica del partito, che è la vita e l’anima dell’architettura, per preservare il carattere e l’identità del popolo” ha precisato il leader supremo alla Knca, agenzia stampa nazionale.
A New York Kennedy un air terminal per gli animal
Ci si lamenta spesso dell’accoglienza per i passeggeri nei principali aeroporti statunitensi, fra attese talvolta di ore per il controllo passaporti e per i controlli di sicurezza in partenza… Fra poco ogni disagio immaginabile sarà del tutto risolto al New York Kennedy, almeno per quadrupedi, volatili e rettili, con il nuovo Ark – letteralmente l’Arca, intesa come quella di Noè. Già approvata dall’autorità aeroportuale, l’arca sorgerà su un terreno di quasi sei ettari a un costo di 32 milioni di dollari, per gestire un traffico annuo di 70mila animali domestici e selvatici. Il centro disporrà di un ospedale veterinario e servizi di assistenza, creando 190 posti di lavoro. Per chi conosce bene lo scalo, il nuovo centro sorgerà dove oggi si trova, in disuso, il Building 78. Ci saranno spaziose zone per gli animali in quarantena e per quelli in transito, prati per “sgranchirsi le zampe” e docce per i cavalli e cani. Non tutti gli ospiti viaggiano. Chi vuole un buon albergo per il cane o gatto domestico mentre si va in vacanza avrà la soluzione a cinque stelle.
Ora “dimenticare” la pistola nel bagaglio a mano non è reato in Texas
Sappiamo tutti com’è: talvolta dimentichiamo di spegnere il telefonino prima del decollo. In Texas la stessa distrazione vale anche, a quanto pare, per la pistola. Sono così tanti i bravi cittadini che in perfetta buona fede lasciano la pistola nel bagaglio a mano quando lo mettono sul nastro per il controllo radiogeno che il parlamento statale ha depenalizzato il fatto, purché – s’intende – sia un errore, una pura dimenticanza. Con le nuove regole il passeggero evita l’incriminazione. Può ancora essere multata, per 3mila dollari a condizione che l’arma non sia carica e diversamente per $7.500.