marzo 2015

Di Flavia Giacobbe

Una nuova finestra di opportunità si affaccia sul nostro Paese. La debolezza dell’euro e la scelta di papa Francesco di programmare un Giubileo della misericordia a partire dal prossimo dicembre sono due notizie straordinariamente rilevanti, che messe insieme danno il senso dell’occasione che l’Italia dovrebbe cogliere.
È evidente infatti che, se l’Europa tutta diventa una meta turistica più appetibile per gli stranieri in generale, e per gli americani in particolare, tanto più questo ragionamento vale per il nostro Paese. Tra Expo di Milano (che a breve avrà inizio) e Giubileo è legittimo attendersi un significativo incremento del flusso turistico e questo si tradurrà naturalmente in una potenziale crescita e nello sviluppo dei nostri aeroporti e delle compagnie aeree. Gli squilibri della sin troppo articolata rete degli scali italiani sono stati in parte corretti dalla visione emersa dal Piano elaborato dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e in parte, maggiore, dal mercato stesso. I processi di privatizzazione e accorpamento hanno già prodotto risultati positivi e vanno incoraggiati. Così come è fondamentale che i due campioni del mercato, Adr e Sea, possano trovare la giusta interlocuzione con le istituzioni e quindi continuare a investire. In questo senso, non può sfuggire la necessità di avere un quadro regolatorio che favorisca una sana concorrenza e riduca gli effetti negativi di pratiche particolarmente discutibili, come quelle che vedono alimentare artificialmente tratte aeree e scali che diversamente non avrebbero senso, oppure che rendono insostenibile l’operatività di compagnie tradizionali in contesti di medio-breve raggio. Ovviamente la sfida del mercato riguarda anche Alitalia-Etihad, così come la capacità di attrarre nel nostro Paese altre solide compagnie. Perché il posizionamento dell’Italia nel contesto internazionale merita di essere valorizzato e non certo ridotto a terreno di conquista di alcune furbe compagnie low cost.