Geografia, politica ed economia. Sono queste le materie su cui il nuovo governo
guidato da Matteo Renzi dovrà cimentarsi. Tanto più dovranno farlo i ministri che
hanno la delega alla Difesa, agli Esteri e alla Ricerca. Per loro, tre donne, la sfida
è particolarmente impegnativa. Roberta Pinotti avrà l’occasione per lavorare alla
stesura di quel Libro bianco la cui intuizione porta proprio la sua firma. Si tratterà
quindi di realizzare un piano strategico che possa inquadrare e definire il ruolo
delle nostre Forze armate nel contesto ampio dell’interesse nazionale, guardando
alla collocazione dell’Italia in Europa e nel mondo. Proprio la Ue e la presidenza
del semestre europeo sono un banco di prova importante, e non facile, per il neo
ministro. Il Consiglio europeo di dicembre non era stato un successo e quella
patina ipocrita di “maggiore integrazione” è stata spazzata via dal bilaterale
Francia-Inghilterra. L’Europa della difesa è morta per volontà di Hollande e
Cameron ma potrebbe risorgere. E chissà che non sia la saggezza femminile
delle ministre donne a determinare un rovesciamento del paradigma. In questo
senso, la Pinotti e la collega tedesca potrebbero offrire quello slancio che è sin
qui mancato. Naturalmente, se ci si fermasse alla sola visione di Bruxelles si
commetterebbe un errore di miopia. Non si potrà prescindere dall’ulteriore
consolidamento della relazione con gli Usa sia in chiave bilaterale sia in ambito
Nato. Quando il ministro Mauro è stato a Washington, per un pessimo vizio della
politica italiana che non ha riguardo per i suoi rappresentanti istituzionali, era
già indebolito dalle polemiche interne. Questo, unito alla priorità dei Marò, non
ha consentito di valorizzare appieno il rapporto con il nostro principale alleato.
Sia in termini strategico-militari sia industriali, c’è da riprendere e rafforzare un
dialogo che deve vedere ancor meglio centrato il punto di vista del nostro Paese,
che è il vero crocevia fra nord e sud, est e ovest nell’area euromediterranea.La
Mogherini, ora al vertice della Farnesina, potrà essere una sponda fondamentale
anche per le imprese. Così anche la Giannini che dal Miur dovrà lavorare ad
Horizon 2020 e al nuovo vertice dell’Agenzia spaziale italiana. Se non saranno
fatte scelte in base a criteri di lottizzazione e si indicherà invece una governance
coerente con gli obiettivi attesi, l’Asi potrà essere un tassello centrale per quel
mosaico della crescita italiana che il Paese anela da tanto, troppo tempo.
L’occasione c’è. Alle ministre auguriamo un buon, intenso, lavoro!