, Editoriali

Ci sono momenti in cui può toccare al mondo delle imprese dare una lezione alla politica. È accaduto in occasione della recente condanna in primo grado di Mauro Moretti per la strage di Viareggio. Si è trattato di un passaggio molto delicato, non solo sul piano personale, per l’ex amministratore delegato di Ferrovie, ma anche per l’azienda di cui è attualmente al vertice. Leonardo e il suo board potevano affrontare questa situazione in modi differenti, valutando ogni opzione. C’è stata invece una convocazione “ad horas” del Cda che, esaminata la situazione e rispettando la decisione del Tribunale, ha ritenuto che non vi fossero ragioni giuridiche per modificare in alcun modo l’assetto societario. Le polemiche, inevitabili in circostanze come questa, non hanno quindi intaccato la stabilità del gruppo italiano, leader nel comparto della difesa e dell’aerospazio. Una pagina seria, in un contesto politico in cui invece troppo spesso sono le emozioni a guidare le scelte. Ovviamente, non sono mancate le voci di quanti ritengono che un cambio debba comunque determinarsi nelle prossime settimane, quando l’azionista pubblico sarà chiamato a rinnovare i vertici delle partecipate. Vedremo quello che accadrà, ben consci che ogni previsione sarebbe scritta sulla sabbia, oltre che essere un esercizio vano. Interessante invece svolgere un ragionamento sul futuro di una impresa che rappresenta per il Paese un fondamentale punto di riferimento per il sistema manifatturiero e tecnologico.

Successi e difficoltà sono entrambi presenti nel bilancio del triennio che va concludendosi. È stato realizzato un lavoro molto intenso per “compattare” il gruppo trasformandolo in una one company e riportando il bilancio in equilibrio, anche cedendo attività considerate “noncore”. Sono state vinte alcune gare e perse altre. Per l’addestratore americano abbiamo assistito ai passi indietro prima di General Dynamics e poi di Raytheon. Alla fine Leonardo gareggerà in partnership con la sua Drs. La strada è in salita, inutile negarlo. Il punto però è un altro e riguarda la politica, molto più che il management, comunque questo possa essere giudicato. Cosa si aspetta il governo da Leonardo per i prossimi anni? A quali mercati intende guardare, quali settori, quali alleanze internazionali? Ci sono responsabilità che attengono all’azione ed è giusto che su questo non ci siano dubbi. Dopo il risanamento che è stato svolto, adesso bisognerà concentrarsi sulla crescita. L’investimento in Avio, per esempio, è un segnale positivo. Occorre però non procedere con improvvisazione. La politica deve indicare una strada e poi la deve accompagnare, proteggere e sostenere. Per aziende che operano in settori come la difesa è evidente che contano i manager, ma altrettanto innegabile è che la competizione sia fra governi. Si può vincere e si può perdere, ma quello che non possiamo consentire è la diserzione. Il Cda di Leonardo si è assunto le sue responsabilità. Ora tocca al decisore politico assumersi le proprie, avendo a cuore il futuro dell’industria italiana e avendo come bussola l’interesse nazionale.