India, privatizzazione Enav e regole per il finanziamento delle compagnie low cost. Il nuovo anno inizia con tre questioni nazionali che, ben oltre il merito delle singole vicende, possono dare il senso della tenuta istituzionale del Paese.
La relazione bilaterale fra Italia e India rappresenta un caso da manuale sul come sia stato possibile sbagliare tutto. Nel caso dei Marò e in quello dell’acquisto degli elicotteri Agusta Westland non vi è dubbio che il gigante asiatico abbia commesso passi falsi ed ecceduto nelle reazioni, ma negare le nostre responsabilità politiche e istituzionali sarebbe come nascondersi dietro un dito. La vita di due militari e una commessa così rilevante, sia in termini economici sia simbolici, avrebbero meritato un’attenzione maggiore da parte dei vertici dello Stato e un coinvolgimento, da subito, delle organizzazioni internazionali (Europa e Nato, ad esempio). Invece gli argomenti sono stati o trascurati o utilizzati per alimentare il chiacchiericcio su giornali e Tv. Il rapporto con un Paese come l’India non può essere declinato in chiave di campagna elettorale. Che gli errori fatti ci servano da lezione.
Sbagli non ce ne possiamo permettere anche sul fronte delle privatizzazioni. Centrale è, in questo senso, la scelta di mettere sul mercato una quota di Enav che dopo una spiacevole parentesi di scandali ha saputo dimostrare la sua funzione strategica anche oltre i confini nazionali. L’iniziativa del governo dovrà necessariamente avere l’obiettivo di consolidare l’ente italiano e non limitarsi
a una sola operazione di finanza pubblica (con interessi dei privati – banche d’affari e consulenti – non irrilevanti).
Allo stesso modo, il Parlamento deve dimostrare serietà e rigore nel confermare le disposizioni che impongono agli aeroporti di dover fare gare per elargire i contributi alle compagnie low cost. Aziende come Ryanair hanno avuto notevoli meriti nell’aprire un mercato prima poco esplorato, ma ora non si può procedere senza regole e senza trasparenza. I tentativi parlamentari di buttare la palla sugli spalti e la battaglia politico-lobbista di alcuni aeroporti per proseguire nelle trattative dirette sono esempio di un approccio di retroguardia che non favorisce la crescita del settore e quel rispetto che è dovuto ai contribuenti.
India, privatizzazioni e trasparenza nel finanziamento delle low cost sono tre aspetti diversi del modo in cui sarà possibile misurare il nuovo corso di un Paese da troppo tempo nelle secche delle sue numerose autoreferenzialità.