Gennaio 2021

Di Flavia Giacobbe

La crisi di governo che ha investito l’Italia rischia di incidere non solo sul Recovery plan e sulle misure economiche contro la pandemia, ma anche sul settore dell’aerospazio, difesa e sicurezza. Il timore tra gli addetti ai lavori è che il Paese dia all’estero e tra le cancellerie europee una immagine di sé negativa, minata dall’incertezza dello scenario futuro (che in un certo senso ci appartiene) e della governance. Un segnale in realtà già raccolto dagli investitori esteri e da chi intrattiene rapporti economici con Roma. La questione è ben nota: la stabilità e continuità dell’azione del governo sono determinanti per l’Ad&s, soprattutto quando le incertezze politiche intervengono nel momento più buio per l’economia provocato dal Covid-19.

Lo spazio è il segmento che è stato meno toccato dalla crisi pandemica. Tra i programmi in evoluzione c’è sicuramente Artemis, il progetto lunare americano che presto scoprirà il proprio destino alla luce dell’avvicendamento turbolento alla Casa Bianca. In Europa si apre un passaggio delicato che andrebbe monitorato con attenzione dall’Italia: i rapporti di forza tra l’Agenzia spaziale europea e l’Ue sono destinati a mutare con un peso maggiore di Bruxelles, determinando altri effetti a cascata anche per il futuro spaziale italiano. Inoltre, a marzo ci sarà l’avvicendamento tra Wörner e Aschbacher, il quale ha già annunciato il lancio di un’agenda 2025 per l’Esa.

Sul versante sicurezza e difesa, nel corso del 2021 sono in programma degli avvicendamenti nelle Forze armate che prevedono una chiara visione d’insieme da parte di Palazzo Baracchini. Il 2020 è stato però un anno positivo per gli sforzi di budget realizzati su investimenti e programmi della difesa. Ora è necessario dare continuità a questa azione, procedendo in Parlamento con l’approvazione di diversi programmi a lungo attesi dalle nostre Forze armate. A livello europeo sarà necessario dare impulso alla partecipazione italiana ai progetti che segneranno il futuro come il Tempest (e l’auspicabile convergenza con il Fcas) e l’Eurodrone. Non appena Bruxelles approverà il bilancio pluriennale, partirà poi a tutti gli effetti anche il fondo per la Difesa (Edf).

Il segmento più penalizzato di Ad&s resta quello “aero”, che dopo aver subìto uno sconquasso dalla pandemia, rischia di restare schiacciato dalla mancanza di piani da parte del governo. Le compagnie aeree, gli aeroporti e l’indotto sono praticamente a terra, e per Alitalia emergono ipotesi allarmanti. Oggi più che mai il settore ha bisogno di una iniezione di investimenti e visione per uscire da un periodo cupo che ha fatto tornare il volume del traffico agli anni 90 e che ha spinto gli altri Paesi europei a premere sull’acceleratore degli aiuti. Il tema non è rimandabile, pena la perdita di terreno rispetto all’estero e l’aggredibilità del nostro mercato interno.

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