Qual è il posto dell’Italia nello scacchiere internazionale? La complessità degli scenari geopolitici non consente la scorciatoia di risposte facili. Il dibattito sul ruolo dell’Europa nella difesa è in corso di svolgimento e cerchiamo di darne conto anche grazie a contributi di analisi molto qualificati, ma non possiamo ignorare che sono ancora molto diverse le priorità di Paesi come Francia o Germania, senza parlare dell’agenda di Stati come la Polonia. La visita di Trump in Arabia Saudita ha preceduto la decisione della gran parte dei governi sunniti riuniti nel Gcc di attuare un pesante blocco ritorsivo contro il Qatar. Si è così delineata una ancora più forte e pericolosa linea di frattura che – sia perdonata la semplificazione – vede da una parte Arabia Saudita, Emirati, Egitto e dall’altra Qatar, Iran e Turchia. Naturalmente, Stati Uniti e Russia, a loro volta, hanno di fatto preso posizione. L’Europa? Non c’è bisogno di dirlo: è non pervenuta e i singoli Paesi si sono mossi e si muovono in base ai propri interessi nazionali. L’Italia in questo contesto brilla per la chiara volontà di chiamarsi fuori, anzi rilanciando nelle stesse ore un grande piano – anche militare – in Africa, in coordinamento con la Germania. È la postura giusta? Non spetta a noi dirlo, ma non dovrebbero mancare i luoghi di discussione e di condivisione. Invece, l’argomento si presenta come un tabù di cui, tutto sommato, meno si parla e meglio è. Poco male, evidentemente, se poi proprio sui temi della difesa si allarga il solco fra addetti ai lavori e cittadini. Le posizioni anti Muos e anti F-35 – solo per citare due casi esemplari – si nutrono dell’ignoranza e, prima ancora, dell’incapacità di comunicare. Il dispiegamento dei nostri uomini in tanti scenari di crisi internazionale è motivo di orgoglio ma… lo raccontiamo abbastanza? Non si voterà prestissimo, pare, ma comunque gli italiani si recheranno alle urne entro marzo del prossimo anno. Attorno ai nostri confini, e soprattutto a sud, la situazione va velocemente cambiando e non in meglio. La dimensione industriale non è altra cosa rispetto a questi sommovimenti. Invitiamo a leggere le evoluzioni delle vendite degli F-35 che in Italia tante resistenze suscitano. Siamo sicuri che l’investimento di Cameri non risentirà dei nostri tentennamenti e della invece forte determinazione del Regno Unito? Relazioni internazionali, difesa, industria e crescita economica sono quattro lati di un dibattito che finché sarà marginale non consentirà all’Italia di giocare adeguatamente la partita cui la storia e la geografia la sfidano.