Giugno 2018

Di Redazione Airpress

LA prima visita del vice presidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio è stata presso uno stabilimento di Leonardo. Una scelta simbolica e non legata solo all’indirizzo dell’insediamento produttivo. Il nuovo governo, dopo tre mesi di stallo, ora c’è e il comparto aerospaziale e della difesa non può essere e non sarà una Cenerentola. Al contrario, toccherà condividere la consapevolezza che proprio qui c’è un presidio di innovazione e tecnologia che ha senso promuovere e far crescere. Si tratta naturalmente di settori che non sono monadi fuori dal mondo. Politica industriale in questo caso fa rima con politica estera e di sicurezza.

Il posizionamento internazionale del Paese è infatti la principale preoccupazione delle cancellerie straniere, degli osservatori e anche delle imprese. Per quanto alcune aree merceologiche abbiano in effetti sofferto per le sanzioni alla Russia, il grosso della nostra economia è direttamente collegata ai rapporti che abbiamo con Stati Uniti ed Europa. Questo assioma è ancora più forte e rilevante per l’industria aerospaziale e della difesa. La nuova ministra Elisabetta Trenta è quindi chiamata, con il presidente del Consiglio, i due vice e il ministro degli Esteri, a una responsabilità cruciale. La conferma degli impegni con gli alleati rappresenta infatti uno snodo essenziale. Le missioni internazionali sono il primo banco di prova e le dichiarazioni o indiscrezioni di un possibile disingaggio dell’Italia hanno prodotto una reazione che definire preoccupata è riduttivo. Nella relazione con Washington, così come con le principali capitali europee, abbiamo lo spazio e la possibilità di coltivare ulteriormente il nostro interesse nazionale e naturalmente senza per questo tagliare i ponti con la Russia, con cui peraltro il dialogo è sempre rimasto fortissimo.

Il ministero della Difesa è per metà il completamento della Farnesina e per metà l’esaltazione del dicastero dello Sviluppo economico. In gioco con il nuovo governo non c’è solo il destino dei militari (vedi il progetto dei ricongiungimenti familiari, segnalati nel contratto di governo), ma quello dell’intero Paese. Alla neo ministra vanno quindi i nostri auguri, tanto più avendo consapevolezza della dimensione enorme della sfida che eredita e che impegna tutti, Forze armate, cittadini e imprese.