novembre 2013

Di Flavia Giacobbe

L’appuntamento con il Consiglio europeo dedicato alla difesa è finalmente arrivato. Se da un lato, è legittimo immaginare che non ci saranno svolte epocali definitive, dall’altro non si può negare lo sforzo per dotare la Ue oltre che del potere di battere moneta anche di quello della “spada”. Si tratta, evidentemente, di un processo di integrazione politica più ampia, ma anche di mettere a fattor comune – almeno nelle intenzioni – il patrimonio tecnologico e di sviluppo economico che è contenuto nell’industria dell’aerospazio e della difesa.
La dimensione globale della competizione è tale che non c’è sfida di potenza, economica e non, che non tenga conto della capacità di innovazione.
Il cielo e lo spazio diventano così le frontiere di una gara in cui gli Stati e le imprese europee si confrontano in parte uniti e in parte in concorrenza fra loro. I programmi e i grandi finanziamenti della Ue possono svolgere un ruolo prezioso nel privilegiare i tentativi di unificazione, ma non è detto che siano sufficienti a determinare il peso delle singole realtà nazionali.
La mancata fusione fra Eads e Bae resta una spia accesa sulla necessità – incompiuta ma incombente – che i grandi sistemi industriali trovino una modalità di maggiore sintesi e sinergia. In questo contesto, la posizione italiana appare potenzialmente fragile. Le sue imprese e le sue istituzioni corrono infatti il rischio di arrivare agli appuntamenti con l’Europa deboli e frammentate.
La forza del nostro Paese sta nella sua vocazione esistenziale ad essere cruciale fra est ed ovest e fra nord e sud e si esplica e aggiorna nella capacità di investire in tecnologia. Per poter avere un peso nella dinamica europea, governo e sistema industriale debbono lavorare insieme per cercare di estrarre il massimo del valore dalle attività di R&S. Occorre avere una piena consapevolezza politica della consistenza strategica del settore aerospaziale e della difesa. Insieme, possiamo riuscire a coniugare interesse nazionale e interesse europeo. Divisi, prevarranno solo gli interessi particolari altrui. Sarebbe fatale.