L’AM a protezione dello spazio aereo di sei Paesi

Di Michela Della Maggesa

A seguito dei recenti accordi riguardanti le Nato Assurance Measures, aggiunte al nato Air Policing Force offering, lo spazio aereo all’interno del quale i jet dell’Aeronautica Militare sono in questi giorni chiamati ad intervenire include, oltre a quello nazionale, anche quello di Slovenia (su base permanente), dell’Albania (su base rotazionale con la Grecia) e – da gennaio 2018 per la durata di 4 mesi – quello di Estonia, Lituania e Lettonia. In particolare, per quest’ultima operazione, denominata “Enhanced Air Policing North – Baltic Eagle” sono stati rischierati quattro velivoli Eurofighter sulla base aerea di Amari (EST), che vede l’impiego di uomini e mezzi sottoposti a situazioni ambientali “particolarmente gravose”. Per un singolo Paese dell’Alleanza, “si tratta di un vero record garantire contemporaneamente la difesa dei cieli di sei nazioni europee e la sicurezza dei loro cittadini”. Fa sapere SMD. A tale primato si aggiunge anche un altro traguardo tutto italiano, cioè quello di essere l’unico Paese della Nato ad aver assicurato il dispositivo di Difesa dello spazio aereo ad interim dei quattro Air Policing: Slovenia, Albania, Islanda e Repubbliche Baltiche. Manuali addestrativi e di impiego, tattiche, tecniche e procedure sono stati rivisti e sviluppati ad hoc, nell’ambito del piano di rinnovamento denominato Aeronautica 4.0, per garantire l’assolvimento della missione assegnata in maniera efficiente ed efficace. Gli ultimi interventi del mese di febbraio, condotti con esito positivo da parte dei piloti italiani, tra cui l’intercetto di un velivolo russo, hanno dimostrato la validità dei programmi in essere e pongono solide basi per la ricerca di ulteriori soluzioni innovative ed avanzate.