Tra gli stabilimenti italiani di Mbda, il sito di La Spezia, che impiega circa 200 persone, ha un ruolo centrale per tutta la parte antinave, uno dei settori attualmente al centro di importanti evoluzioni tecnologiche per il gruppo missilistico europeo, partecipato al 25% da Leonardo e da un paritetico 37,5% da Airbus Group e Bae Systems. A livello di gruppo, Mbda Italia, rappresenta il 12% della forza lavoro e realizza il 15% del fatturato totale (nel 2017 sono stati realizzati ordini per 4,2 miliardi di euro), partecipando alla realizzazione di 21 prodotti. Sia per l’antinave pesante, il Teseo, che per quello leggero, rappresentato dal Marte, sono in programma evoluzioni per andare incontro da un lato alle esigenze operative delle Forze Armate italiane e per rispondere dall’altro ad un mercato export, che richiederà sistemi missilistici con capacità sempre più “spinte”, a cominciare da range e letalità. Per quanto riguarda l’antinave pesante, sul fronte domestico c’è – si apprende durante una visita al centro di eccellenza ligure -, necessita ed interesse da parte della Marina italiana per il sistema evoluto, il Teseo MK2/E, che, al pari del predecessore (circa 180 km di range) verrà sviluppato, testato e prodotto nello stabilimento ligure.
Tra le novità pensate per aumentare le prestazioni del nuovo Teseo, la cui missione può essere aggiornata in volo tramite revectoring, una testa in guerra di nuova generazione e un nuovo seeker dual mode, capace di gestire anche il requisito land attack a cui il cliente nazionale è molto interessato. Mbda, un contratto di sviluppo è atteso entro fine anno, sta inoltre studiando l’integrazione sul missile, che incontra i requisiti delle Forze Armate in operazioni costiere e in acque ostili, di un nuovo motore turbofan prodotto dalla Williams (la stessa che equipaggia il Marte), che permetterà un raddoppio del range rispetto alla versione attuale.
Il 2018 sarà un anno decisivo anche per il Marte ER (Extended Range), il cui primo lancio è previsto entro la fine dell’anno e che con il Teseo MK2/E proseguirà in forte sinergia, condividendone svariati sviluppi. Il Marte ER è disponibile nella versione da elicottero, con cui andrà ad equipaggiare gli NH90 recentemente acquisiti dal Qatar, quella naval ground, di cui lo stesso Paese del Golfo è cliente di lancio per la batteria costiera e la variante fast jet. Per questa versione da quell’area potrebbero arrivare presto nuovi accordi per il gruppo missilistico europeo, dato che sempre il Qatar ha deciso di dotarsi di nuovi assetti Eurofighter, seguito dall’Arabia Saudita, che ha ordinato un ulteriore lotto di caccia, mentre il Kuwait, che ha firmato un contratto per 28 Typhoon nel 2016, vuole i suoi caccia dotati di capacità antinave.
L’integrazione sull’Eurofighter del Marte ER, che con i suoi 100 km di range andrà a colmare il gap tra l’antinave leggero e quello pesante, sta intanto proseguendo a seguito della messa a punto di un set di requisiti. Ad aprile è stata ultimata la System Definition Phase (SDP), culminata con lo sviluppo in 18 mesi delle strutture meccaniche e di mock up strutturali, testati a terra con prove di sgancio effettuate da ciascun pilone alare del velivolo. Per il prosieguo dell’attività Mbda, attende ora il contratto vero e proprio, a cui sta lavorando unitamente alla capocommessa Leonardo, con il supporto dell’Aeronautica Militare, garante sia per l’export che per l’Agenzia che gestisce il programma, la Netma. Anche per il Marte ER l’aumento di range e letalità, unitamente all’estensione del controllo nella fase terminale del missile sono i tre filoni principali di sviluppo seguiti a La Spezia da Mbda. Il missile è pensato per due tipi di scenario: attacco diretto a bassa quota e “combat air patrol” ad alta quota.
Gli studi interni – per il solo sito di La Spezia gli investimenti ammontano a circa 7 milioni di euro l’anno per mantenere elevati gli standard in termini di tecnologie sovrane e che coinvolgono piccole e medie imprese, università e centri di eccellenza – portati avanti per i programmi Marte e Teseo guardano oltre. I loro sviluppi infatti potranno permettere a Mbda e all’Italia di avere un ruolo al tavolo con Francia e Regno Unito, da cui nel 2019 usciranno i requisiti governativi della futura generazione di missili di cui si sta discutendo in Europa (progetto FCASW – Future Cruise and Anti-Ship Weapon). Al di là dell’antinave, buone notizie potrebbero arrivare presto dal programma italo-britannico Emads-Camm ER (Enhanced Modular Air Defence Solutions – Common Anti-air Modular Missile Extended Range), i cui fondi per lo sviluppo sono già stati allocati. La versione ER, per la quale la Difesa ha in programma (si attende la firma dell’implementation agreement con Terrarm) l’avvio della prima fase di sviluppo e qualifica e acquisizione della munizione per 95 milioni di euro, differisce dal Camm per range, 40 km quello del secondo, elemento questo ritenuto fondamentale per il mercato export. Il sistema per la difesa aerea di corto raggio incontra i requisiti di Esercito e Aeronautica, alla luce della dismissione dell’Aspide prevista nel 2021, mentre potrebbe avere un suo ruolo anche nelle nuove unità PPA Light della Marina. Tra gli altri obiettivi del 2018 del gruppo, un contratto per l’aggiornamento dell’Aster e per il midlife refurbishment degli Storm Shadow che equipaggiano i Tornado italiani, la cui attività di inertizzazione e set up potrebbe essere effettuata al Centro Interforze Munizionamento Avanzato (CIMA), gestito dalla Marina Militare.
Il centro su cui Mbda Italia lavora tutte le sezioni di prua dell’Aster e dove si svolgerà l’attività legata alla parte pirica del Marte ER, svolge con tecnologie allo stato dell’arte tutte le attività volte a garantire il corretto mantenimento del munizionamento avanzato e convenzionale della Marina Militare, dall’ingresso in servizio fino a fine vita, passando per la gestione operativa e lo stoccaggio a bordo delle singole unità navali. Il CIMA che ha la sua sede centrale ad Aulla (MS) è un punto di riferimento sia per la Forza Armata sia per l’industria (Leonardo e Mbda), a cui fornisce asset infrastrutturali e know-how anche per lo sviluppo e la prototipizzazione di nuovi sistemi d’arma. Alle dipendenze del Comando Logistico della Marina di Napoli, il centro sta collaborando in ottica interforze con l’Esercito Italiano, che come la Marina utilizza il missile Aspide e l’Aster, entrambi di Mbda.
Oltre ai sistemi d’arma operativi, il CIMA appronta e certifica i sistemi telemetrici utilizzati in addestramento, tra cui i siluri, che contrariamente ai missili possono essere recuperati e riutilizzati. Sul centro, tra le altre cose, è stata testata parte dell’attività legata al siluro pesante di Leonardo Black Shark, il primo dei quali salirà a breve a bordo del sommergibile “Romeo Romei” dopo essere stato assemblato e certificato al CIMA. Per la qualificazione finale operativa del siluro (che monta adesso una pila italiana, acquisita anche dal Cile) sono previsti altri 20 lanci, la cui preparazione sarà svolta dal centro di Aulla. Il portafoglio attività sui soli missili conta l’Aster, l’Aspide, il Teseo e il Marte MK2/S, mentre entro il 2019 dovrebbe arrivare ad Aulla lo Storm Shadow. In particolare al CIMA si svolge la certificazione periodica di tutti i missili Aster 15 e Aster 30 delle FFAA italiane e si sta lavorando per effettuarne anche l’overhaul. Il CIMA ha anche una vocazione internazionale. La Marina ha già approntato i siluri dell’Equador ed Mbda vi svolge attività anche per contratti export.