Demo italiana per l’ “autovelox” dei droni

Di Michela Della Maggesa

E’ arrivato in Italia una sorta di “autovelox” dei droni, un sistema di tracciamento, già utilizzato in tutto il mondo, che consente di individuare con alta precisione un piccolo multirotore in volo a chilometri di distanza e di conoscerne una serie di informazioni per valutarne l’eventuale pericolosità. Questo sistema si chiama “DJI AeroScope” ed è stato realizzato dalla cinese  DJI, il maggiore produttore mondiale di droni per usi amatoriali e professionali. Nei giorni scorsi, è stato presentato ufficialmente alle autorità italiane durante un test operativo svoltosi presso l’aeroporto dell’Urbe a Roma, alla presenza di istituzioni aeronautiche, come l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac) e l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansa). Particolare attenzione, fa sapere DJI anche da parte delle Forze dell’Ordine, delle Forze Armate e degli apparati di sicurezza dello Stato. DJI AeroScope è dotato di un sistema di antenne sensibili e di apparati che intercettano il canale di collegamento radio tra il radiocomando e il drone, oppure il segnale di telemetria video che lo stesso drone trasmette a terra. Il ricevitore decodifica quindi le informazioni e le invia allo schermo di un terminale, dove sono facilmente disponibili su una mappa per l’utente.  A differenza dei “radar per droni”, che non di rado forniscono dei falsi positivi (confondendo, ad esempio, un drone con un volatile), il “DJI AeroScope” è un vero e proprio sistema di tracciamento: permette infatti di tracciare i droni in maniera nativa, effettuando la scansione del link tra drone e radiocomando, evitando l’utilizzo di un modulo aggiuntivo da installare sul drone. Esistono due versioni del “DJI AeroScope”, una fissa ed una portatile: la prima (range circa 25 km) è già in uso in due aeroporti internazionali in Asia, mentre la seconda (range circa 5 km) è sottoposta a vari test in tutta Europa. La versione fissa può anche funzionare in cloud e vi possono essere collegati decine di apparati per coprire aree illimitate in tutto il mondo. Attualmente, questo sistema può tracciare tutti i droni prodotti dalla DJI (che sono circa l’80% delle decine di migliaia di piccoli multirotori venduti in Italia negli ultimi anni), anche se il colosso cinese sta già lavorando in cooperazione con l’agenzia europea Easa per ampliarne la capacità ad altri droni.  “Il sistema DJI AeroScope è stato sviluppato appositamente per rispondere alle esigenze delle autorità aeronautiche e delle forze dell’ordine, che potranno così migliorare la sicurezza delle aree sensibili, individuando per tempo la presenza di un drone e potendo così procedere con eventuali contromisure”, ha dichiarato Flavio Dolce, direttore di Elite Consulting, la società che rappresenta DJI in Italia. “E’ un sistema sicuro, facilmente implementabile e che sfrutta tecnologie già esistenti ed integrate nei droni. Grazie allo strumento di sviluppo SDK, potrebbe anche essere efficacemente integrato con le piattaforme radar per aeromobili, al fine di avere uno strumento unico di controllo del traffico aereo”.

 

 

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