Donne e Difesa, Trenta: “Luogo comune che va smentito”

Di Airpress online

“Auspico che iniziative come questa possano trovare sempre più spazio, per creare cultura su questi temi e rendere le Forze Armate sempre più parte integrante della società civile, aperte e permeabili ai suoi mutamenti, alla sua evoluzione, alle sue istanze”. Questo il messaggio con il quale il ministro Elisabetta Trenta ha concluso il suo intervento al seminario “Gender Mainstreaming in Eunavformed Sophia”-  organizzato dal Comando dell’operazione – occasione di riflessione su un tema, quello della parità di genere, di preminente attualità nell’ambito delle operazioni militari e della Difesa.

“Quando si parla di prospettiva di genere, di strumenti ed interventi pensati per gestire l’integrazione del personale maschile e femminile, si tende a circoscrivere il tutto nell’ambito delle iniziative a favore delle donne” ha detto il ministro Trenta parlando di “luogo comune che va smentito”. “Qualsiasi azione in favore dell’integrazione del personale di entrambi i generi rappresenta un miglioramento per il benessere di tutta l’organizzazione, perché le capacità di uomini e donne non sono alternative ma complementari, entrambe essenziali per il perseguimento degli obiettivi dell’organizzazione militare”. “Non è facile costruire cultura su questi temi, non lo è stato in passato e non lo è ancora oggi” ha aggiunto il ministro che ha anche annunciato l’intenzione di portare avanti e, ove possibile, di ampliare la proposta avanzata dal precedente governo di istituire asili nido all’interno delle caserme.

Sono quasi 15.000 le donne in uniforme, numeri importanti ai quali il Ministro Trenta ha aggiunto le 8.000 donne tra assistenti amministrative, collaboratrici, funzionari e dirigenti civili che prestano servizio nell’ambito dell’amministrazione. Rilevante anche la presenza delle donne neicontingenti nazionali impeigati all’etero: ad oggi sono oltre 250 le donne militari che operano in teatro e il loro ruolo, in molti casi, è risultato “determinante per il raggiungimento degli scopi della missione, instaurando rapporti di fiducia con la popolazione locale attraverso un approccio privilegiato con la componente femminile”. Sottolinea la Difesa. L’esempio dei Female Engagement Team (FET) in Afghanistan – attivati nell’ambito dei progetti di cooperazione civile e militare (CIMIC) cui l’Italia partecipa nelle operazioni internazionali – ne è la conferma. “La presenza di donne, civili e militari in questi team, ha consentito di instaurare un dialogo con “l’universo femminile” locale, con una ricaduta positiva in termini di incremento dell’efficacia e della sicurezza dell’azione dei contingenti italiani impegnati in operazioni” ha spiegato il ministro che ha prestato servizio sia come civile sia come militare in vari teatri, tra cui il Libano, la Libia e l’Iraq.

Presenti al seminario, l’Operation commader diEunavformed Sophia, ammiraglio Enrico Credendino, l’ambasciatrice Mara Marinaki, Principal gender advisor dell’European Union External Action Service, il ministro maltese per gli Affari europei e le Pari Opportunità Helena Dalli, la vice presidente della Camera dei Deputati Mara Carfagna, la professoressa Eleonora Fiorani, saggista, la Professoressa Irene Fellin e il capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano.