Nella giornata di ieri il numero uno della Nasa, Jim Bridenstine ha dichiarato che il test missilistico indiano dello scorso 27 marzo ha creato dei detriti spaziali abbastanza grandi da essere intercettati e che 24 di questi, posti più in alto dell’orbita della Stazione Spaziale Internazionale attorno alla Terra, potrebbero impattare con la stessa e danneggiarla. “E’ una cosa terribile, creare un evento in grado di generare detriti sopra la ISS. Questo tipo di attività – ha detto – non è compatibile con il futuro del volo spaziale”.
Il satellite indiano era stato colpito a circa 300 chilometri di quota, al di sotto della posizione ISS, ma alcuni detriti hanno preso, a quanto dichiarato, una direzione non preventivata, non distruggendosi cioè al rientro in atmosfera come si pensava, aumentando sensibilmente il rischio di una collisione.
“Abbiamo il compito di commercializzare l’orbita bassa terrestre, di effettuare quante più attività possibili nello spazio di quanto fatto fino ad ora per avvantaggiare tutto il genere umano, che si tratti di farmaci, di stampare organi umani in 3D per salvare vite, o di sviluppare capacità non replicabili a Terra. Tutti siamo a rischio quanto accadono queste cose e quando un Paese lo fa, gli altri poi si sentono in dovere di replicare”. Si legge sul sito space.com.
Bridenstine ha spiegato che la Nasa ha identificato 400 detriti a seguito del test, inclusi 60 con un diametro più grande di 10 centimetri. Dalla scorsa settimana l’Agenzia assieme al al Combined Space Operations Center (parte del Comando Strategico), ha stimato che il rischio di impatto per la Stazione Spaziale Internazionale è aumentato del 44% in un periodo di 10 giorni.
Bridenstine ha aggiunto che, nonostante l’aumento del rischio, gli astronauti sono tuttavia al sicuro e che la Stazione Spaziale Internazionale sarà manovrata se necessario per evitare i detriti, “anche se sarà improbabile”. “La cosa positiva è che certamente si dissiperà”, ha detto Bridenstine, mentre la gran parte dei detriti di un test anti-satellite cinese del 2007 è ancora in orbita. “E’ necessario chiarire che questo tipo di attività non è sostenibile o compatibile con il volo umano nello spazio”.