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Alla presenza del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, il presidente di Enac, Nicola Zaccheo e il direttore generale, Alessio Quaranta, hanno presentato il Rapporto e Bilancio Sociale Enac sulle attività svolte dall’Ente nel 2018.  Zaccheo, nel messaggio di apertura, ha presentato un excursus generale sui temi di maggior rilievo del settore, sulle iniziative prioritarie da intraprendere per lo sviluppo del comparto e sulle modalità attraverso le quali l’Ente deve essere in grado di cogliere le sfide future e le prospettive di crescita dei prossimi anni.

Tra i contenuti principali del volume: la sicurezza (safety e security), la regolazione economica, gli investimenti aeroportuali, la tutela ambientale, i diritti dei passeggeri, le attività internazionali svolte dall’Ente in rappresentanza dell’Italia, la regolazione dello spazio aereo, i droni e le sfide del futuro, come i carburanti alternativi, i viaggi suborbitali e lo spazioporto. Il focus sulla sicurezza, sull’evoluzione veloce e dinamica del trasporto aereo e dell’uso stesso del mezzo aereo, nonché sul ruolo da protagonista che l’Enac ricopre nel settore a livello nazionale e internazionale sono stati forniti.

Più nel dettaglio, il 2018 ha visto la conferma della crescita del traffico aereo nel nostro Paese: +5,8% rispetto al 2017, arrivando ad avere 184.810.849 passeggeri negli scali nazionali. L’aeroporto principale si conferma quello di Roma Fiumicino registrando quasi 43 milioni, con una crescita del 5% e con la quota del 23,2% del totale del traffico. Ryanair è la prima compagnia per i voli internazionali, mentre Alitalia si consolida nella prima posizione per quelli nazionali. Nel 2018 Enac ha ricevuto 5.867 reclami di mancato rispetto del regolamento europeo 261 del 2004. Ha avviato 81 sanzioni a compagnie aeree per un importo di 262.867 euro. Nel 2018 sono stati 629 gli operatori stranieri che hanno effettuato almeno un atterraggio in Italia, di questi 373 sono stati ispezionati almeno una volta. Nel corso dell’anno sono state effettuate 815 ispezioni su operatori esteri.

Anche nel 2018 Enac ha continuato ad impegnarsi nel promuovere azioni, sia a livello nazionale, sia internazionale, per tutelare l’ambiente, per ridurre le emissioni acustiche e gassose prodotte dalle attività di trasporto aereo, con particolare riguardo alle iniziative volte alla protezione degli effetti sul cambiamento climatico e a progetti di ricerca per carburanti alternativi. Per quanto riguarda i mezzi aerei a pilotaggio remoto, questi sono sempre più diffusi e utilizzati per servizi fotografici, televisivi, ispezioni di edifici, tralicci elettrici, oleodotti, etc. In tale contesto, Enac è impegnato principalmente su due aspetti: la definizione di criteri per autorizzare il loro impiego anche nelle condizioni più critiche, come ad esempio la vicinanza agli aeroporti; la definizione di criteri per operazioni in BVLOS (Beyond Visual Line of Sight), cioè oltre la portata visiva del pilota a terra (ed esempio per ispezioni di linee elettriche o gasdotti). Nel 2018 sono state valutate 3.502 dichiarazioni di operatori SAPR per operazioni specializzate; emesse 585 autorizzazioni per operazioni specializzate critiche e 6 permessi di volo per SAPR di massa operativa maggiore di 25 kg.

“Il sistema aeroportuale nazionale, così come in altri Paesi, è stato caratterizzato da una spiccata dinamicità che lo ha reso uno dei settori a migliori performance, nonostante la crisi degli ultimi anni”. Ha detto Zaccheo. “Su scala europea, in accordo con le previsioni Eurocontrol pubblicate nel 2018, si stima, sulla base dello scenario ritenuto maggiormente attendibile, una crescita del traffico aereo nel 2040 del 53% rispetto ai dati registrati nel 2017. Poiché tale incremento di voli genererà circa quattro milioni di movimenti in più (arrivi e partenze) sulle piste di volo europee, si delineerà uno scenario di forte squilibrio tra la domanda di traffico e la capacità delle infrastrutture aeroportuali in quanto i venti maggiori aeroporti europei sono, attualmente, dimensionati per gestire circa due milioni di movimenti in più. Pertanto, senza un radicale cambio di passo nella programmazione della capacità aeroportuale su scala continentale, da qui al 2040, circa 160 milioni di passeggeri rischieranno di non poter essere processati presso gli scali europei. Diventa, quindi, prioritario un aggiornamento e una revisione dell’attuale Piano Nazionale degli Aeroporti (PNA), il quale, nonostante la sua recente adozione (2014) non è più adeguato ad affrontare le attuali previsioni di crescita dei volumi del traffico aereo”.

“È necessario definire – prosegue il presidente di Enac-, insieme a tutti gli attori strategici del settore, i nuovi obiettivi, le procedure e gli strumenti più efficaci per cogliere l’opportunità di giocare un ruolo di primo piano, a livello europeo e non solo, e raccogliere i benefici diretti e indiretti che lo sviluppo di questo settore produrrà, puntando prioritariamente sull’ottimizzazione di utilizzo delle infrastrutture esistenti, garantendo sempre i necessari elevati standard di sicurezza, qualità e rispetto dell’ambiente. Enac, su incarico del ministro, ha già avviato le attività di revisione del PNA, con particolare enfasi a strategie di sviluppo che includano macrotemi che permettano una caratterizzazione a livello intermodale dell’intero sistema dei trasporti”.

“Altro elemento da perseguire è il consolidamento delle reti aeroportuali. La costituzione di una rete aeroportuale garantisce l’opportunità di sviluppare una pianificazione integrata dello sviluppo degli scali considerati, in ragione di specificità funzionali che possono venire attribuite in un’ottica di ottimizzazione complessiva del sistema; al contempo consente l’efficientamento dei costi gestionali attraverso l’applicazione di tariffe di rete e in linea generale un miglioramento della competitività. Ad oggi l’unico caso di designazione di rete aeroportuale è rappresentato da quella pugliese; altre se ne possono immaginare nel panorama italiano (es. Sistema del Nord-Est, Sicilia Occidentale e Sicilia Orientale, aeroporti Campani). In questo panorama di grande fermento del settore, non si deve trascurare il trasporto cargo che sta vivendo anch’esso una fase di grande sviluppo. Seppur in ritardo rispetto a Paesi come la Germania, che da molti anni hanno fatto del settore della logistica e del trasporto merci un asset strategico, negli ultimi anni anche in Italia si è registrata una rinnovata attenzione, non solo da parte dello Stato, ma anche di importanti soggetti privati”.