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Nel 1999 il 3° Stormo di Villafranca, dopo il trasferimento dei Gruppi di Volo e il decollo dell’ultimo velivolo AMX, è diventato il punto di riferimento della logistica di proiezione di tutta l’Aeronautica militare con la costituzione del Reparto Mobile di Supporto. Nel corso degli anni, pur cambiando denominazione due volte (3° Stormo Supporto Operativo e 3° Stormo) ha sviluppato eccellenti capacità rischierate di volta in volta su tutto il territorio nazionale e nel mondo. “Il 19 luglio del 1999 – dice in un’intervista al Giornale dei Veronesi, il comandante del 3° Stormo, colonnello Francesco De Simone –  è un giorno speciale per il 3° Stormo di Villafranca di Verona perché segna l’inizio della sua “mutazione ordinativa” che da reparto di volo, quale era stato fin dalla costituzione avvenuta il 1° giugno del 1931 sull’aeroporto di Bresso (MI), lo trasforma in un reparto di logistica di proiezione. Un passaggio non facile, dato che occorre riorganizzare i processi”.

L’esordio operativo di questa realtà dell’Aeronautica Militare c’è stato nel mese di agosto del 1999, quando un gruppo di circa 120 uomini partì alla volta del Kosovo per organizzare il Distaccamento Aeronautico AMIKo (Aeronautica Militare Italiana in Kosovo) ha posto le basi per la riorganizzazione di un aeroporto che qualche anno più tardi sarebbe stato poi consegnato alle autorità locali. Da quel momento, il Reparto è stato presente in gran parte delle operazioni ed esercitazioni che hanno visto impegnata la Forza Armata.

Da allora molti eventi hanno caratterizzato i venti anni della nuova vita del 3° Stormo, tra questi, la concessione della Bandiera di Guerra da parte del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Per aver “svolto un’attività estremamente qualificata con interventi in teatri caratterizzati da elevata intensità operativa”, vessillo che nel 2007 fu decorato con la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia per “l’opera validissima e meritoria svolta, nel corso degli anni, dal personale del prestigioso Reparto in operazioni internazionali, quali le missioni Nato in Afghanistan, Kosovo e Iraq”.

Afghanistan, Albania, Bulgaria, Emirati Arabi Uniti, Eritrea, Iraq, Islanda, Kirghizistan, Kuwait, Libia, sono alcuni dei principali teatri dove i “4 gatti” hanno prestato la propria opera nel corso dei venti anni che rappresentano la storia recente del reparto abilitante del potere aerospaziale espresso dall’Aeronautica, in grado di intervenire nelle situazioni più estreme e in presenza di minacce anche asimmetriche.

“Non è facile definire la logistica di proiezione senza scomodare definizioni dottrinali e termini incomprensibili ai non addetti ai lavori. Direi che, nel nostro caso, fare logistica di proiezione significa pianificare, organizzare e gestire tutte quelle attività che consentono alle unità dell’Aeronautica di continuare ad operare efficacemente anche quando sono rischierate al di fuori delle loro sedi stanziali, sia in Italia sia all’estero. In altre parole si tratta di “proiettare”, ovunque essi servano, quelli che in gergo chiamiamo “pacchetti capacitivi” ovvero un insieme di mezzi, materiali e personale che consentiranno l’allestimento di una base completamente autonoma o di un aeroporto completo di servizi operativi ovunque nel mondo, anche in mezzo al nulla, a migliaia di chilometri dai confini del nostro Paese, per attività addestrative o per operazioni reali condotte sotto l’egida di coalizioni internazionali.” In questi anni il 3° Stormo ha svolto un ruolo importante anche sul territorio italiano  nell’ambito di esercitazioni con le altre Forze Armate e Corpi dello Stato. Le capacità della Forza Armata sono state infatti impiegate ad esempio ad Amatrice, Rieti ed Accumuli e, qualche mese più tardi, a Rotella e Sarnano.