Spazio: dal premio Asas una nuova strategia per la piccola e media impresa

Di Michela Della Maggesa

Diverse le novità emerse dal convegno “Spazio 2020” organizzato da Asas (associazione per i servizi, applicazioni e tecnologie ICT per lo spazio), che ha visto assegnare al capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare, generale Alberto Rosso, il premio Space Economy. Consolidamento dell’intera filiera, servizi e applicazioni, competitività internazionale e una nuova strategia nazionale a favore delle piccole e medie imprese, che rappresentano il tessuto produttivo del Paese, sono alcuni dei temi sottolineati dai partecipanti al convegno.

“Gli investimenti vanno ben inquadrati – ha detto il presidente Asas, Lorenzo D’Onghia nel suo saluto introduttivo -. Lo spazio è un esempio di comparto che lavora assieme e che funziona, grazie al supporto delle istituzioni, a cominciare dal Comint (Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e all’aerospazio, istituito nel 2018, ndr), tuttavia il sistema è ancora lento, i tempi, dall’ideazione all’esecuzione di un progetto, sono ancora troppo lunghi e questo va a detrimento della competitività del settore”. Tre le linee d’azione da intraprendere per D’Onghia: consolidamento del comparto industriale, “bisogna vendere”, tutela del know-how, “lo spazio ha bisogno di conoscenza”, e, da ultimo, una strategia ad hoc per le Pmi, che le veda da un lato inserite all’interno dei programmi nazionali portati avanti dalle grandi imprese e dall’altro, protagoniste autonome con fondi e bandi dedicati, come avviene già in altri Paesi. Nel primo caso “servono nuovi meccanismi finanziari – ha detto il presidente Asas –, come anticipi e fideiussioni, per aiutare le piccole e medie imprese durante le lunghe forniture”, mentre, nel secondo le Pmi devono aiutarsi a crescere anche da sole seguendo “nuovi modelli e logiche”.

“Questo premio è la prova dell’impegno dell’Aeronautica militare e più in generale di tutte le Forze Armate sul tema spazio”. Ha detto il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo. “Quest’ultimo anno e mezzo è stato un periodo di grande lavoro e domani (oggi, ndr) sarà presentato alle istituzioni il lavoro preparatorio finale fatto dalla Difesa per la nascita di due nuovi comandi il COR (comitato operativo reti) e il COS (comitato operativo spazio), uno focalizzato sul dominio cibernetico e l’altro sulle operazioni spaziali”.

“Con la nascita del Comint è iniziato un percorso che adesso deve continuare”. Ha detto nel suo intervento il presidente di Aiad, Guido Crosetto. “In questo settore non bastano né le risorse né la volontà e la capacità industriale, se non c’è una strategia del Paese che parta dalle risorse, indichi gli obiettivi e segua passo passo il rafforzamento del sistema industriale”. Non bastano due campioni nazionali – ha aggiunto Crosetto – non basta un limitato numero di piccole e medie imprese all’avanguardia. Bisogna investire in ricerca , bisogna dare certezza dei finanziamenti con un raggio d’azione a 5 anni e, soprattutto, bisogna indicare i settori su cui questo Paese vuole avere una tecnologia propria. Non possiamo averne una in tutti i settori, per quello il termine strategia è quello che indica la via da seguire, passa attraverso l’Agenzia spaziale italiana, attraverso la nostra presenza nell’Agenzia spaziale europea Esa e anche attraverso una volontà di Stato, ovvero quella che non cambia a seconda dell’alternanza dei governi”. E’ importante avere dei grandi player per muoversi nel mondo – ha poi detto il presidente dell’associazione che riunisce le aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza -, ma avere una piccola è media industria che ha la possibilità di accompagnare la crescita dei primi è altrettanto centrale. “Questo – ha aggiunto – passa attraverso il supporto alla ricerca, a una politica dedicata per le Pmi, passa attraverso un supporto finanziario e a una selezione di queste ultime”. Crosetto ha concluso il suo intervento dicendo che sarebbe anche auspicabile mettere assieme le associazioni del settore, tra cui Aipas, presieduta da Luca Rossettini, che tutela gli interessi delle Pmi spaziali italiane.

“Il panorama spaziale sta cambiando – ha detto Rossettini –, ed è arrivato il momento di investire per trarre un vantaggio da questo cambiamento che coinvolge tutti, pubblica amministrazione, mondo della ricerca e aziende”. “Le Pmi in particolare – ha aggiunto -, devono diventare il motore di questo cambiamento. Dobbiamo essere rapidi, la competitività oggi equivale al tempo, servono soldi, le risorse ci sono, occorre solo  massimizzarle, persone e un percorso strutturato”. Le aziende ha spiegato il presidente dell’Aipas, stanno “passando da prodotti a servizi e applicazioni, il cosiddetto “Space Stream”. Questo è il mercato che ci aspetta, dobbiamo essere meno frammentati, piantare i semi oggi per competere sul mercato di domani”.

Sulla nuova governance spaziale ha posto l’accento al convegno di Asas la grande impresa, rappresentata dall’amministratore delegato di Telespazio, Luigi Pasquali e dal numero uno di Leonardo, Alessandro Profumo. “Se oggi possiamo parlare di tutte le potenzialità del settore è anche grazie alla nuova governance spaziale di cui si è dotato il Paese, un’occasione per le imprese”. Ha detto Pasquali. “L’ultima ministeriale Esa di Siviglia (dove l’Italia ha stanziato 2,2 miliardi di euro sui programmi spaziali, ndr) è uno dei risultati di questo nuovo efficace approccio. La Space Economy ha dato risposte alle imprese – ha aggiunto –, ci fornisce l’opportunità di crescere nei nostri domini, applicazioni comprese,  nell’ottica di uno spazio sempre più funzionale alla vita dei cittadini. L’osservazione della Terra è uno dei segmenti più importanti, ma anche il settore della navigazione satellitare è in sviluppo, come quello delle telecomunicazioni. “Ci sono grandi progetti in corso, la realizzazione di reti ibride, il 5G, dove le reti terrestri saranno integrate con quelle satellitari, ma anche droni per telerilevamento e monitoraggio. Tutto questo ci fornisce la possibilità di creare partnership dove fare sistema anche con la piccola e media impresa, laddove la grande impresa deve fungere da aggregatore”. “Siamo pronti a crescere nei grandi programmi come Copernicus”, il più grande fornitore di dati di osservazione della Terra al mondo. “Questo programma – ha detto Pasquali – va sviluppato con partenariati, portando dentro tutta la filiera”. In ambito spaziale “l’Italia – ha detto Alessandro Profumo – può dire la sua in Europa e oltre. Imprese e istituzioni stanno lavorando con un approccio sistemico e i governi hanno messo  risorse sullo spazio. Con l’Agenzia spaziale italiana il rapporto è solido, grazie anche al lavoro fatto in sede di ministeriale, che ha segnato il ruolo forte che il nostro Paese vuole avere in questo settore, così come è proficuo il nostro rapporto con il mondo della ricerca. E’ importante – sottolinea Profumo – rimanere sul mercato in modo agile. In questo settore i ritorni sono alti e soprattutto hanno grandi ricadute sui cittadini. L’osservazione della Terra, l’agricoltura di precisione, il controllo dei sistemi autonomi sono solo alcuni esempi delle potenzialità dell’intero comparto portati dall’a.d. di Leonardo che vede “molte opportunità in giro per il mondo”. “Questo settore, che ha forti impatti  economici e politici, fornisce inoltre al Paese grande credibilità internazionale, in un momento in cui nuove nazioni si stanno affacciando”.

“Nel percorso che ci ha portato alla ministeriale abbiamo messo in atto una strategia europea e nazionale seconde le direttive del presidente del Consiglio”. Ha detto il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia. “Non è mai mancato il dialogo con l’industria e abbiamo presentato un piano di sottoscrizioni che potesse garantire tutti gli attori coinvolti. Oggi, grazie al lavoro svolto, siamo leader di programmi significativi, con sottoscrizioni strategiche anche in programmi che andranno a beneficio di Pmi e start-up innovative, più o meno in tutti gli ambiti applicativi”. “In alcuni settori in evoluzione – ha aggiunto Saccoccia -, come quello dei nano satelliti, abbiamo già maturato competenze, anche se ci manca ancora la struttura. Attraverso Esa ci stiamo attrezzando”. Per l’ammontare dell’investimento fatto in sede di ministeriale – ha ricordato il presidente dell’Asi –  “per come ci siamo arrivati, gli altri Paesi ci chiamano, francesi e tedeschi ci consultano, ma anche Paesi più piccoli che ambiscono a far parte dei programmi a guida italiana”.

“Terzi su 22, con 2,2 miliardi stanziati a Siviglia, (2,6 quelli stanziati dalla Francia, ndr) siamo presenti in tutta la catena del valore per i prossimi 5 anni”. Ha detto il consigliere militare del presidente del consiglio, Carlo Massagli. “Abbiamo finanziato tante attività, da Copernicus 4.0, Space Rider, Vega C e Vega E, ai piccoli lanciatori per nano satelliti, ma anche Exomars 2020 e il programma Mars Sample Return”. Inoltre, con il supporto della Farnesina, attivato importanti cooperazioni bilaterali con gli Usa, Francia, Argentina, Russia. “I soldi ci sono”,  ha detto Massagli, reperiti attraverso 4 principali canali di finanziamento, compresi i 500 milioni all’anno che arrivano dal fondo Foe del Miur. A questo si aggiungono i 4 miliardi e 700 milioni della Space Economy, di cui uno già stanziato.  “L’Esa è una macchina complicata e l’Italia dovrà accrescere il proprio ruolo politico con manager di alta fascia nei posti chiave”. Ha proseguito Massagli. “Per il futuro intendiamo dare supporto alle Pmi, all’export e vogliamo creare entro l’estate una struttura per l’osservazione della Terra, a seguito dell’emergenza di Venezia. Questa si raccorderà con Mirror Copernicus e si produrrà un cloud, l’elaboratore di questa struttura nazionale, che entro 2 anni dovrebbe diventare operativa”.  Per Massagli infine il downstream andrà affrontato in maniera trasversale “on demand, per istituzioni e mondo commerciale”.

Per Gian Paolo Manzella, sottosegretario allo sviluppo economico, “la Space Economy ha compiuto in Italia un piccolo miracolo, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato e tra Stato e Regioni”. “Oggi – ha sottolineato – sotto il coordinamento del Comint si fa finalmente squadra, i risultati di Siviglia sono sotto gli occhi di tutti. Quel che serve è mettere mano al sistema di finanziamento del settore per allinearci alle migliori pratiche internazionali”.

Come detto, il convegno Asas ha visto la consegna del premio Space Economy, al generale Rosso. A motivare la scelta, quanto fatto dalla Forza Armata nel volo suborbitale, settore nel quale grazie all’accordo sottoscritto con Virgin Galactic nel 2019 verranno effettuate sperimentazioni civili e militari; nel lancio di micro satelliti da piattaforma aerea e sulle piattaforme stratosferiche, che potranno diventare un mezzo per comunicazioni e per l’osservazione costante di un area.

“Quando parlo di spazio – dichiara il capo di stato maggiore dell’AM, ricevendo il premio Asas – lo divido per potenzialità di crescita in due settori distinti: quello che va oltre il normale spazio aereo, è quello che arriva fino ai 100 chilometri, dove abbiamo l’ipersonico suborbitale, uno dei temi che seguiamo con grande attenzione. Per l’Aeronautica sarà il normale spazio aereo, quello nel quale dovremmo avere una capacità non solo di utilizzare mezzi per fini commerciali ed eventualmente di difesa, ma che dovremo anche essere in grado di sorvegliare, nel quale identificare chi si muove e garantire sicurezza, protezione e difesa. Sostanzialmente si tratterà di un allargamento di tutte quelle che sono le capacità dell’Aeronautica di tutelare e proteggere uno spazio aereo. Questa è una prima sfida non solo per la Forza Armata, ma anche per la tecnologia, per la ricerca, per l’industria e per le potenzialità che dobbiamo sviluppare. Poi c’è lo spazio oltre i 100 chilometri. Oggi abbiamo parlato molto dello spazio come mezzo abilitante per i servizi a Terra. Oramai lo spazio è un nuovo dominio assieme a quello cibernetico. Questo significa non soltanto uno strumento abilitante di funzioni, ma anche un nuovo ambiente operativo che va pertanto trattato come tale. Dobbiamo pensare a popolarlo con satelliti, sistemi e con la possibilità per l’uomo di sfruttarlo e di andare a fare manutenzione laddove necessario. Dobbiamo essere anche in grado di garantire la separazione delle cose che in questa nuova dimensione si muovono e si muoveranno, talvolta anche avvicinandosi in maniera pericolosa. Dobbiamo poi tutelare la libertà di movimento degli assetti nello spazio e quindi anche in questo caso garantire, tutelare e valorizzare le risorse per l’Italia e per l’Europa. Come nuovo ambiente abilitante di servizi a Terra e strategico anche ai fini di difesa è importante dotarsi fin da subito delle capacità necessarie. Bisogna infine presentarsi nel mercato prima tecnologico e industriale poi operativo potendo dire qualcosa. Questo può essere fatto solo assieme. L’Aeronautica è la Forza Armata più tesa a questa dimensione e può giocare un ruolo importante che gli deriva dal suo ruolo istituzionale ma ha anche dalla sua attitudine alla modernità, alla sfida, alla tecnologia, che può e deve avere ritorni per la società e l’economia”.

 

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