La Iata, l’associazione internazionale del trasporto aereo, ha lanciato un nuovo appello ai governi europei affinché intervengano con misure urgenti a favore dell’aviazione, duramente colpita dagli effetti del Coronavirus. “Fermare la diffusione de Covid-19 è la massima priorità, ma i governi devono essere consapevoli che l’emergenza sanitaria è diventata una catastrofe per l’economia e l’aviazione”. Ha detto Alexandre de Juniac, direttore generale e ceo della Iata.
La portata dell’attuale crisi è peggiore dell’11 settembre, della Sars o della crisi finanziaria globale. Il traffico aereo europeo – sottolinea Iata – ha subito un declino senza precedenti, con alcuni mercati in calo del 90% rispetto al 2019. “Sono in gioco milioni di posti di lavoro. Le compagnie aeree hanno bisogno di un’azione urgente di sostegno da parte dei governi se vogliono riemergere per aiutare il mondo a riprendersi, una volta che tutto questo sarà finito”. Prosegue il numero uno dell’associazione mondiale. Per la Iata i vettori europei stanno prendendo ampie misure di abbattimento dei costi per mitigare l’impatto finanziario del Coronavirus. Tuttavia, a causa dei divieti di volo e delle restrizioni internazionali e intra-Ue, le entrate delle compagnie aeree stanno precipitando, superando le misure di contenimento più drastiche. “Con riserve di cassa medie di circa due-tre mesi, i vettori si trovano ad affrontare una crisi di liquidità. Quindi servono misure di sostegno”. Su base globale e tenuto conto che i posti di lavoro sostenuti in Europa dall’aviazione sono circa 12,2 milioni, Iata ritiene necessari aiuti per 200 miliardi di dollari.
A tal fine l’associazione propone una serie di misure. Queste includono, supporto finanziario diretto ai vettori (cargo e passeggeri) per compensare la riduzione delle entrate; prestiti, garanzie sui prestiti e sostegno al mercato delle obbligazioni da parte dei governi e delle banche centrali; sgravi fiscali, come sconti sulle imposti sui salari finora pagati quest’anno o un’estensione di pagamento per il resto del 2020, assieme a una rinuncia temporanea alle tasse sui biglietti aerei.
“Non appena il Covid-19 sarà sotto controllo, l’economia globale dovrà riprendersi alla svelta. La connettività aerea sarà fondamentale perché ciò avvenga. Ma senza aiuti adesso, le compagnie aeree non potranno riavviare le loro operazioni. Molti vettori potrebbero scomparire. L’assistenza ci consentirà di mantenere attivi i servizi di trasporto merci essenziali, di preservare il maggior numero possibile di posti di lavoro e di garantire che le catene di approvvigionamento possano riprendersi”. Ha dichiarato Rafael Schvartzman, Iata regional vice president Europa.
Gli ultimi dati di Eurocontrol mostrano che gli Stati europei più colpiti includono Lettonia (-91%), Italia (-87%), Slovacchia e Polonia (-78%) e Slovenia (-77%). Nei mercati più grandi, il traffico aereo è sceso del 58% in Francia, del 57% in Spagna, del 50% in Germania, del 48% in Olanda, del 42% in Turchia e del 37% nel Regno Unito. Qualche giorno fa l’associazione aveva previsto due scenari distinti sul Covid-19: uno a “diffusione contenuta” e un secondo ad “ampia diffusione”. Nel primo caso Iata calcola perdite nei ricavi passeggeri per 63 miliardi di dollari, mentre nell’ipotesi peggiore, che non tiene conto del settore cargo, le perdite per il 2020 ammonterebbero invece a 113 miliardi di dollari.