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L’Italian Space Surveillance and Tracking Operation Center (ISOC) di Pratica di Mare, congiuntamente al Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ), e con il supporto di Leonardo-Vitrociset e GMSpazio, ha monitorato il rientro in atmosfera di un oggetto segnalato dal Comando statunitense delle operazioni spaziali lo scorso 10 aprile.

L’oggetto è risultato poi essere un componente (rocket body) di un vettore utilizzato per inviare un carico alla Stazione Spaziali Internazionale (ISS). L’ISOC, articolazione collocata all’interno del Gruppo Ingegneria Aerospaziale (GIAS) del Centro Sperimentale Volo AM di Pratica di Mare, e in via di integrazione nel Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico (FE), svolge attività di sorveglianza e tracciamento nella fascia aerospaziale, monitorando la presenza e la traiettoria di detriti spaziali ed altri oggetti in orbita.

Per l’evento di rientro atmosferico in questione, l’oggetto è stato tracciato dal Multi-Frequency Doppler Radar (MFDR) del PISQ l’11 aprile, consentendo all’ISOC di prevedere con precisione il rientro dell’oggetto, che si è verificato nella tarda serata del 12 aprile. L’Italia, primo Paese in Europa ad effettuare la rilevazione dell’oggetto, ha poi messo i dati raccolti a disposizione delle altre nazioni europee, come previsto dagli accordi internazionali di riferimento. “Le capacità di Space Surveillance and Tracking e di Space Situational Awareness sono considerate strategiche dall’Italia e rientrano tra le competenze del ministero della Difesa”. Fa sapere l’Aeronautica

L’ISOC, gestito dall’Aeronautica Militare, nell’ambito della collaborazione nazionale fra ministero della Difesa, Agenzia spaziale italiana (Asi)  ed Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf), per i servizi di Space Surveillance e Tracking a favore ed in collaborazione con l’Unione europea, coordina la rete di sensori, ottici e radar, nazionali,  destinati a seguire le traiettorie degli oggetti che orbitano intorno alla Terra, ed ha la capacità di stabilire, dall’analisi dei dati rilevati, la possibilità di collisioni fra satelliti, dei satelliti con detriti spaziali  e, come nel caso in questione, l’orario di rientro in atmosfera degli oggetti in esame nonché, in collaborazione con una estesa rete di attori globali, contribuire alla determinazione della possibile area di impatto con la superficie terrestre,  con diverse ore di anticipo.

“Nei prossimi anni, in considerazione del crescente utilizzo delle orbite basse, la capacità di monitoraggio e sorveglianza dello spazio, a protezione delle capacità strategiche garantite dai satelliti, sarà sempre più importante e l’Aeronautica militare, nel contesto della difesa nazionale, rappresenta il principale service provider della capacità di Space Situational Awareness (SSA), che interesserà anche settori come lo Space Weather e la gestione del traffico spaziale. La SSA si sovrapporrà alla capacità di difesa dello spazio aereo, attività istituzionale prioritaria tra quelle assegnate all’Arma Azzurra”.

Le capacità della Difesa nel campo del SST/SSA erano già state messe alla prova con successo anche durante nel 2018 quando ISOC, grazie al coordinamento con il PISQ e con il supporto dell’Asi e altre articolazioni dello Stato, ha garantito il monitoraggio del rientro incontrollato dall’atmosfera della stazione spaziale cinese Tiangong-1.