Per il secondo anno di fila, Leonardo è al primo posto per sostenibilità tra le grandi aziende dell’aerospazio e difesa. L’azienda italiana è ancora una volta sul gradino più alto del podio dei Dow Jones Sustainability Indices (DJSI), gli indici che dal 1999 misurano le prestazioni di sostenibilità di migliaia di aziende quotate in borsa. “Per noi – ha spiegato l’ad Alessandro Profumo – è una ulteriore conferma che il percorso intrapreso è quello giusto: ci impegniamo per contribuire ad un progresso sostenibile in un mondo più sicuro”. Meno di due mesi fa, la One Company italiana è entrata nel Global Compact Lead dell’Onu, unica tra le dieci maggiori aziende al mondo dell’aerospazio e difesa, sancendo altresì il proprio impegno nella “Cfo taskforce” (con Alessandra Genco) per un nuovo modello di finanza sostenibile.
L’ambizione di contribuire alla sostenibilità globale è scritta a chiare lettere in Be Tomorrow 2030, il piano strategico lanciato da Leonardo già prima della pandemia. “Punta sull’innovazione tecnologica e sulla valorizzazione delle competenze per sviluppare nuove opportunità di business e accelerare nella direzione dei Sustainable development goals (Sdg) delle Nazioni Unite”, ha rimarcato Profumo. “Mai come in questo momento – ha aggiunto – la sostenibilità economica, sociale e ambientale è al centro del dibattito internazionale e sempre più condivisa è la convinzione che la sostenibilità crei valore e attivi risorse”.
“Siamo orgogliosi del riconoscimento ottenuto – ha ribadito il presidente Luciano Carta – che si aggiunge alla recente nomina di Leonardo a Global Compact Lead delle Nazioni Unite, confermando il nostro ruolo di primo piano e il nostro impegno a livello globale in materia di sostenibilità”. Il riconoscimento, ha notato, “è frutto di una governance sempre più orientata al successo sostenibile e alla creazione di valore a lungo termine”.
A pesare per la conferma nei DJSI sono stati i numeri del 2019: 1,5 miliardi di euro spesi in ricerca e sviluppo (che impegna novemila persone); oltre ottomila fornitori, di cui la maggior parte Pmi ad alta specializzazione; 81% degli acquisti nei quattro mercati domestici; partnership e collaborazioni con oltre 90 tra Università e centri di ricerca. Al centro (come spiega il piano Be Tomorrow 2030) le persone. Dal 2017 Leonardo ha attivato circa 2.500 iniziative di stage, apprendistato e formazione. Nel triennio passato ha assunto cinquemila con meno di trent’anni, mentre tra 2018 e 2019 ha svolto (in media) 20 ore di formazione all’anno per dipendente.
C’è poi l’impegno nella sicurezza. Leonardo è impegnata nella protezione da attacchi informatici di 75 siti Nato in 29 Paesi. Circa 300 aeroporti utilizzano i sistemi dell’azienda per il controllo del traffico aereo, mentre oltre 1.100 elicotteri sono utilizzati in missioni di ricerca e soccorso, anti-incendio e ordine pubblico. Infine, l’impegno per il Pianeta. Dal 2008 Cosmo-SkyMed (il sistema made in Italy per l’osservazione della Terra) ha catturato più di 1 milione di immagini. La fibra di carbonio utilizzata per le strutture aeronautiche ha permesso di risparmiare tra il 10 e il 15% di carburante e di abbassare del 20% le emissioni. La spinta al “virtuale” per i sistemi d’addestramento si è tradotta (nel solo 2019) in 47mila tonnellate in meno di CO2.